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Channel: VINI AL SUPERMERCATO
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A Valentini l'Oscar del Vino rosato con il Cerasuolo d'Abruzzo 2014

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L'Azienda agricola Valentini si aggiudica il primo posto nella sezione rosati alla diciottesima edizione degli Oscar del Vino organizzato da Bibenda in collaborazione con la Fondazione Italiana Sommelier. Francesco Paolo Valentini ha ritirato il premio all’Hotel Rome Cavalieri di Roma insieme al figlio Gabriele Valentini. La giuria, composta da sommelier professionisti e 500 lettori selezionati di Bibenda ha assegnato il premio al suo Cerasuolo d'Abruzzo annata 2014. Queste le nomination delle categorie principali: Miglior vino bianco: Grecante 2014 Caprai (Umbria); Riesling Schulz 2013 Ronco del Gelso (Friuli Venezia Giulia); Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Podium 2013 Garofoli (Marche). Miglior vino rosso: Amarone della Valpolicella Classico 2011 Allegrini (Veneto); Etna Rosso Vigna Barbagalli 2012 Pietradolce (Sicilia); Kurni 2013 Oasi degli Angeli (Marche).Miglior vino rosato: Cerasuolo d’Abruzzo 2014 Valentini (Abruzzo); Lambrusco di Sorbata Rosè del Cristo 2011 Cavicchioli (Emilia Romagna); Maremma Toscana Rosato 2014 Sassotondo (Toscana).Miglior vino spumante: Metodo Classico Terzavia 2012 Marco De Bartoli (Sicilia); Nebolè 2010 (Brut Metodo Classico) Travaglini (Piemonte); Trento Brut 51, 151 Moser (Trentino). Miglior vino dolce: A.A.Gewurztraminer Vendemmia Tardiva Terminum 2012 Tramin (Alto Adige); L’Ecrù 2013 Firriato (Sicilia); Moscato d’Asti Vite Vecchia 2019 Ca’d’Gal (Piemonte). Migliore azienda: Elena Fucci (Basilicata); Olmo Antico (Lombardia); Petra (Toscana).Gli Oscar sono stati assegnati anche al miglior olio extravergine di oliva e alla miglior grappa.

Pecorino Terre di Chieti Igt 2015 Rue di Piane, Spinelli

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Un  vino che sta acquisendo sempre più visibilità nel mondo della grande distribuzione, finalmente disponibile anche in piazze diverse da quelle tipiche del centro Italia. Un successo, segnato anche da un incremento delle vendite del +19,9% nel 2015, merito della lungimiranza dei produttori che hanno investito su questo antico vitigno autoctono tipico di Marche ed Abruzzo, del quale ci sono tracce risalenti addirittura al II secolo a.c. Siamo in Abruzzo, con questa degustazione, con un Pecorino Terre di Chieti Igt Rue di Piane, annata 2015, prodotto da Spinelli Srl, ad Atessa in provincia di Chieti. Un vino ideale con tutta la cucina marinara, in particolare con i crudi e i frutti di mare, ma che si sposa bene anche con piatti delicati a base di carne, con le verdure e i formaggi freschi e semi-stagionati, nonché ottimo come aperitivo. Nel calice si presenta di colore giallo paglierino con riflessi verdolini, molto chiaro, scorrevole. Al naso sorprende per il suo profumo intenso, schietto e fine di frutta fresca a polpa gialla, ma anche note floreali di fiori d'acacia.  In bocca è leggero, avvolge piacevolmente lasciando il palato vellutato e morbido. Un vino secco, con un acidità appena percettibile e poco sapido. Chiude sufficientemente persistente sul frutto. Non particolarmente emozionante, poco impegnativo, ma comunque beverino ed adatto ad un consumo quotidiano anche per il buon rapporto qualità prezzo.

LA VINIFICAZIONE
Prodotto con uve Pecorino 100% allevate nel cuore della provincia di Chieti, tra il Parco Nazionale della Maiella e il mare Adriatico su terreni collinari, con altitudine media di 230 metri s.l.m, prevalentemente argillosi-calcarei. Le fasi della vinificazione prevedono una breve macerazione a freddo del pigiato, pigiatura soffice e fermentazione a temperatura controllata in serbatoi di acciaio inox. Il prodotto viene commercializzato nel gennaio, febbraio dell'anno successivo a quello della vendemmia. Il nome Pecorino fa proprio riferimento alla sua presenza in zone vocate alla pastorizia e alla pratica della transumanza che passava per le vigne per la gioia delle pecore particolarmente golose di quest'uva. Le Cantine Spinelli nascono negli anni 70 e producono più di 3,5 milioni di bottiglie di vini Doc abruzzesi all’anno, per il 70% destinati all’esportazione. Un azienda oggi all’avanguardia in tutte le tecniche di coltivazione, lavorazione e affinamento. La zona di produzione delle uve è un’area geografica compresa tra le colline Frentane e del medio Sangro, in provincia di Chieti: una zona particolarmente vocata alla coltivazione della vite, fra le più importanti d’Italia.
 
Prezzo pieno: 3,90 euro
Acquistato presso : Tigros

Sergio Bucci e la Cantina Vignaioli del Morellino di Scansano: un condottiero alla guida della cooperativa toscana

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Il via libera della Regione Toscana era atteso per dicembre 2015. Ma è arrivato solo all'inizio di aprile 2016. Sono mesi di attesa, a Scansano, quelli attendono la squadra capitanata da Sergio Bucci. Il direttore generale della Cantina Vignaioli del Morellino di Scansano non sta più nella pelle. Anche perché, oltre all'inaugurazione della nuova struttura - che regalerà, entro novembre, una veste più moderna e funzionale alla cooperativa, soprattutto in termini di ricettività del pubblico - ci sono altri progetti che "bollono in pentola". In un'intervista esclusiva rilasciata a vinialsupermercato.it, Bucci (nella foto, sotto) li elenca tutti. "A livello territoriale - dichiara il general manager toscano - stiamo puntando all'apertura di alcuni punti vendita in cui proporre i nostri prodotti. Delle sorta di wine bar, non solo in zona Grosseto, che non dovranno andare a fare concorrenza a chi già c'è, ma piuttosto per rafforzare il marchio dei Vignaioli del Morellino in città come Roma, Firenze o Milano". Si parla di zone centrali delle principali città italiane, dove "al costo di rimetterci soldi", Bucci punta a proporre il proprio brand. Non a caso, lo scorso weekend, Bucci ha visitato un locale a Roma, in zona Campo dei Fiori. "Nell'ottica di valorizzare il territorio, il vino e il marchio - prosegue il direttore - stiamo cercando, questa volta a livello consortile, di creare dei corner promozionali e di vendita del Morellino all'interno degli aeroporti europei. Investendo, dunque, dove circola gente: turisti o persone che si trovano in giro per lavoro. Intercettandoli con assaggi e proponendo la vendita di qualche bottiglia". Sognano (e progettano) in grande Bucci e i suoi. Che, tuttavia, non perdono di vista la dimensione locale. Il progetto più vicino a concretizzarsi dal punto di vista temporale è infatti la realizzazione di una sorta di "area picnic attrezzata" a Saturnia. La Cantina Vignaioli del Morellino ha firmato il compromesso per un terreno con vista sulle famose cascate termali, dove sarà possibile, grazie ad alcuni partner locali, "consumare un menu a base di salumi, formaggi, sottoli, conserve e vino dei Vignaioli del Morellino". "Il tutto - precisa Bucci - consegnato in un cestino all'inglese e consumabile su tavoli dislocati all'aria aperta". Ma non finisce qui. Tra le idee per il futuro, la Cantina di Scansano ha in mente l'acquisto di un nuovo magazzino di stoccaggio. Un vere e proprio centro di distribuzione per l'Italia, da individuare sul territorio di Grosseto o, addirittura, su quello di Firenze.

LA NUOVA CANTINA
Quello della nuova cantina resta comunque il progetto ormai in fase di realizzazione. Sorta nel 1972, la Cantina Vignaioli del Morellino di Scansano si prepara così, entro fine anno, a rifarsi il trucco. La superficie coperta risulterà pressoché identica: 9.270 metri quadrati. Ma l'ala oggi destinata agli uffici sarà abbattuta. E al suo posto sorgerà un edificio (in parte prefabbricato) dislocato su due piani. Saranno presenti una sala degustazione e le visite in azienda saranno rese più agevoli, grazie a percorsi ben studiati. "Abbiamo ritenuto che per il territorio fosse importante avere una cantina che potesse dare maggiore ospitalità - evidenzia il direttore Sergio Bucci - ricevere le persone e far toccare con mano cosa vuol dire lavorare il Morellino di Scansano. Sino ad oggi abbiamo lavorato molto sulla sostenibilità della produzione, investendo per sprecare meno e arrivando a proporre sul mercato dei vini di alta qualità e salubrità. Abbiamo sempre badato più al concreto che ad altro. Ma l'immagine, ai giorni nostri, ha sempre più peso. Quindi negli ultimi anni si è deciso di cercare di migliorare anche questo aspetto, dato che dal punto di vista qualitativo riteniamo di aver ottenuto dal mercato le risposte che ci aspettavamo. Una cantina cooperativa che imbottiglia quasi il 90% di quello che produce e lo commercializza in bottiglia, dimostra che non solo sappiamo fare bene i vini, ma li sappiamo anche proporre bene al mercato". L'immagine dopo la sostanza: ecco dunque in che solco si inserisce il progetto di realizzazione della nuova cantina.

Il nuovo edificio presenterà ampie vetrate, oltre a sistemi di riscaldamento e condizionamento "intelligenti e modulabili". Non si investirà nel geotermico, ritendendo che i 150 Kw di fotovoltaico già presenti sui tetti della cantina bastino a garantire l'autonomia energetica della struttura. Un dato che si conferma con l'eccezione dei mesi più "caldi", quelli che interessano la vendemmia. "I lavori - precisa Bucci - sono finanziati da un Pif della Regione Toscana in cui siamo arrivati secondi in graduatoria su 50. Merito del piano di valorizzazione che abbiamo messo in atto, che riguarda anche sistemi di innovazione nelle pratiche di cantina e in vigna. Al centro di questi progetti c'è l'utilizzo dell'ozono per disinfettare l'uva. In cantina sarà realizzata una speciale cella, che ci consentirà di produrre vini a solfiti zero, o per lo meno senza solfiti aggiunti. Il secondo sistema prevede l'utilizzo dell'ozono in vigna, dove già operiamo secondo i criteri della viticoltura biologica. Grazie a un prototipo che stiamo sperimentando, in grado di ozonizzare l'acqua del trattamento, andremmo a limitare in maniera drastica l'utilizzo dei fitofarmaci. Questo però è un progetto di difficile realizzazione: innanzitutto perché sarebbe in contrasto con le lobby di produttori e distributori di prodotti chimici; e, in secondo luogo, perché è un progetto 'oltre il bio', che sarà difficile portare avanti. Ma ci vogliamo provare". La nuova cantina sarà in grado di creare nuovi posti di lavoro, che si andranno ad aggiungere ai cinque già concretizzati negli ultimi tre anni. E dalla vendemmia 2016 faranno parte della Cantina Vignaioli del Morellino nuovi soci per circa 100 ettari, grazie al progetto di ampliamento dell'attuale struttura di accoglienza e lavorazione delle uve.

QUARANT'ANNI DI STORIA
La chiave di volta della cantina che da sola lavora oggi il 23% del Morellino di Scansano è da ricercare negli anni Ottanta, quando i soci passano nel giro di una riunione del Cda da 390 a 180. "Questi coraggiosi, decisi a puntare tutto sulla qualità piuttosto che sulla quantità - ricorda Bucci - investirono nella cantina visibile oggi, dove si iniziò a vinificare separatamente le varie zone e varietà. Si susseguono poi migliorie che, per tutti gli anni Novanta, accelerano la volontà di sviluppo di questa realtà. La parte destinata alla ricezione dell'uva è stata invece ristrutturata nel 2012, con l'introduzione, tra le altre macchine, di una pressa per le uve bianche a saturazione di anidride carbonica, che garantisce un ambiente inerte alle uve in lavorazione". La Cantina dei Vignaioli del Morellino di Scansano registra nell'ultimo bilancio un fatturato di 9,5 milioni di euro, di cui circa 4 milioni di utili, liquidati ai soci. "Stiamo parlando dunque di 150 famiglie - evidenzia Bucci - che hanno potuto godere di una cifra come questa, ovviamente considerati i dividendo, in un territorio povero come quello di Scansano. E' recente la classifica dei Comuni toscani che ci vede quintultimi in regione in quanto a ricchezza. E negli ultimi 10 posti, sono ben 7 i Comuni della provincia di Grosseto. Di conseguenza, una realtà come la nostra sente anche il dovere di fare qualcosa per il territorio e per far sì che non venga abbandonato e lasciato a se stesso. Un obiettivo che perseguiamo tenendo d'occhio la qualità del prodotto finale. Lo scorso anno, per esempio, questa cantina ha declassato circa 5 mila ettolitri di Morellino di Scansano a vini inferiori, pur di mantenere elevato lo standard offerto al pubblico".

E quando Bucci parla di "pubblico" si riferisce soprattutto a quello della grande distribuzione organizzata, ovvero i supermercati italiani. Già, perché la cantina che dirige deve alla Gdo 6,5 milioni di euro di fatturato. Che, tradotti in bottiglie, significa un giro d'affari di 2,5 milioni di pezzi finiti sugli scaffali dei supermercati italiani. "Non risultiamo leader del Morellino solo perché negli anni la produzione si è differenziata - tiene a precisare Bucci - con Ean differenti in base ai clienti. Lo saremmo se sommassimo tutte le referenze presenti nelle varie catene". I rapporti con la Gdo, dunque, sono buoni. "Lavoriamo direttamente con le catene a noi più vicine in Toscana, Umbria e Lazio - commenta il direttore - e indirettamente tramite un grossista distributore nel resto dell'Italia. Siamo presenti in Coop Italia, Conad del Tirreno e alcuni punti vendita Conad in Italia, oltre che in Sma, Auchan, Carrefour, Finiper, Pam Panorama e altre insegne regionali e locali. Siamo sicuramente un'azienda sbilanciata su Coop e Conad Tirreno. Coop è stata il primo cliente storico di questa cantina, quando ancora l'attuale Coop Tirreno si chiamava 'La Proletaria'. E, fino a 10 anni fa, il nostro Morellino di Scansano era uno dei pochi presenti in grande distribuzione". La cantina fattura il 75% del totale in grande distribuzione in Italia. Il 25% circa in ristorazione in Italia. E il resto all'estero, "nota dolente" dei Vignaioli di Scansano. "I motivi - spiega Sergio Bucci - sono tanti. Il Morellino di Scansano ha un mercato limitato a Paesi del centro Europa, nonostante risulti una delle Docg più vendute in Italia, in Gdo e in ristorazione. Questo effetto decade fuori dai confini nazionali anche per via della direzione di questa cantina, nei mandati precedenti al mio. Il direttore che mi ha preceduto era ormai prossimo alla pensione e poco avvezzo ai mercati esteri". Bucci, in carica dal 2010, ha subito preso le contromisure. "A partire dalla vendemmia 2011 - evidenzia - abbiamo quindi cercato di lavorare anche sulle etichette dei singoli prodotti, valorizzando i nomi varietali e dando risalto alla provenienza Toscana, vera garanzia di qualità in tutto il mondo. Abbiamo poi valorizzato il Bianco di Pitigliano, ai minimi termini al mio arrivo. Oggi ci assestiamo sulle 30 mila bottiglie in ristorazione e quasi 90 mila in grande distribuzione in Italia, avendo risalito la china dal 10 al 20% di vini bianchi sul totale della produzione. Inoltre, abbiamo presentato lo scorso anno a Vinitaly una riscoperta del Governo all'Uso Toscano, ottenendo un buonissimo impatto e vendendo in quattro mesi tutta la produzione, che abbiamo intenzione di incrementare. Abbiamo ricreato in Italia una rete vendita importante nella ristorazione, con 50 agenti che propongono i nostri vini nei ristoranti di tutta Italia. Questo perché riteniamo che, mentre la Gdo sia il veicolo di accesso ai nostri vini per la maggior parte dei nostri clienti, è invece alla ristorazione e ai wine bar che dobbiamo rivolgerci per far crescere il nostro brand, anche a livello di immagine del prodotto".

IL RAPPORTO TRA GDO E HORECA
"Non abbiamo fatto solo linee diverse - commenta Bucci - bensì vini diversi. Ma non destiniamo un vino a un determinato canale piuttosto che a un altro, in base alla qualità. Abbiamo piuttosto cercato di modulare i prodotti in base all'uso che se ne fa. Per esempio: compro un Morellino di Scansano al ristorante e, probabilmente, lo abbino a una pasta al ragù, a una bistecca, a un salume importante, stagionato. Quando lo porto a casa dal supermercato, invece, il Morellino di Scansano deve andare bene con una pasta al pomodoro, con un salume, con una fiorentina, ma anche con un petto di tacchino o una frittata. Vista la varietà dei terroir di cui disponiamo, nei 500 ettari dei nostri soci, il nostro lavoro è quello di costruire dei tagli, dei blend, che facilitino e valorizzino il consumo dell'uno o dell'altro tipo. Ovviamente se parliamo di Riserva, il prodotto è lo stesso. Dunque una differenziazione per utilizzo, quella tra Gdo e Horeca". Secondo Bucci, "la Gdo è un veicolo estremamente importante per i vini, che dovrebbe essere supportata dalla ristorazione". In che modo? "Non è una bestemmia - risponde il direttore - perché la Gdo non fa il mercato, lo segue. Offre al cliente quello che vuole comprare, reagendo in maniera più o meno reattiva ai trend di mercato. La richiesta, dunque, si crea fuori dagli scaffali dei supermercati. In questo senso, il lavoro che stiamo facendo sul Morellino di Scansano ricade su tutto il mondo del Morellino. E, parte delle energie che noi spendiamo per promuovere il nostro marchio, vengono diluite su tutto il territorio, compresa la ristorazione". Certo avere a che fare con la Gdo non è semplice neppure per un colosso come questo. "In una logica di mercato dove i buyer, in particolare quelli della Gdo, parlano di prezzi al ribasso e scontistiche al rialzo, e non del contrario - rileva Bucci - diventa fondamentale riuscire a economizzare il più possibile il modus operandi ed evitare gli sprechi. La nostra coop è fatta da 150 famiglie, più quelle dei soci e dell'indotto, che vivono e spendono nel territorio: una produzione rispettosa è dunque dovuta a loro e a noi stessi. E in quest'ottica, tre anni fa abbiamo ottenuto la certificazione Carbon Footprint. Lo scorso anno, poi, siamo arrivati a ottenere la certificazione Viva Sustainable Wine del Ministero dell'Ambiente, che possono vantare solo dieci cantine italiane". Per assurdo, solo Coop tra le catene della Gdo ha mostrato interesse per l'etichetta Viva. "In Italia si bada soprattutto alla leva prezzo e alla marginalità - commenta Bucci - mentre all'estero non è così: gli investimenti in tracciabilità e qualità vengono maggiormente premiati. Noi non abbiamo intenzione di cambiare strategia e cercheremo sempre di mantenerci saldi nelle nostre posizioni e nella nostra filosofia di produzione, che prevede il rispetto della Denominazione, del territorio e del consumatore. Potremmo farlo finché riusciremo a sostenere economicamente questa strategia, sperando di non dover essere costretti un giorno a percorrere la strada al contrario. Per ora teniamo botta".

GLI IMBOTTIGLIATORI
Il fenomeno degli imbottigliatori, che si è accentuato negli ultimi anni, sta creando qualche difficoltà ai Vignaioli del Morellino. "Il frazionamento del Morellino - spiega Bucci - oltre alla presenza di numerose etichette, ha fatto sì che, negli anni, sempre in meno fossero in grado di proporre autonomamente il loro prodotto, optando poi per la vendita di vino sfuso. Inoltre, il fenomeno Morellino ha attirato imbottigliatori che hanno cercato di accaparrarsi i prodotti in zona per proporli alla propria variegata clientela. Via via, e questo è stato uno degli errori del Consorzio del Morellino di Scansano, abbiamo assistito alla decrescita delle percentuali dei produttori che imbottigliano direttamente, passando da circa il 55% del 2005 al 45% del 2010. Imbottigliatori che, spesso, utilizzano il Morellino come una sorta di merce di scambio. E' un prodotto che viene richiesto e che può essere fornito, pur con margini risicati, dagli imbottigliatori ai clienti della Gdo, gettato nel calderone del resto dell'offerta di vini trattati. Noi, invece, viviamo di Morellino di Scansano. Il nostro, in Gdo, costituisce il 70% del fatturato. Il che ci costringe spesso a usare una leva promozionale più alta di altri, per tenerci aggrappati agli stessi prezzi". Da manager di grande abilità, Bucci è riuscito comunque a risollevare le sorti della Cantina. Come? Proponendo varie contromisure. "Nel 2012 abbiamo iniziato una campagna di acquisto di uve - spiega - garantendo al consumatore un prezzo di 100 euro al quintale. E, al tempo stesso, siccome anche noi vendiamo una piccola parte di Morellino sfuso, abbiamo alzato il prezzo a 200 euro a ettolitro. I vari produttori che si approfittavano della situazione esistente, pagando prezzi bassi per le uve ai piccoli produttori, si sono dovuti adeguare garantendo le stesse cifre. Abbiamo ottenuto questo risultando acquistando circa 2 mila quintali di uva: un quantitativo non eccessivo, ma l'effetto sul mercato è stato positivo, riallineando prezzi che erano diventati molto variabili. Inoltre, abbiamo cercato di valorizzare ulteriormente la qualità del prodotto, puntando sul packaging, sulle certificazioni e sull'innovazione, dando valore aggiunto. Quello che cerchiamo di offrire, rispetto ad altri, è un prodotto integralmente prodotto da noi, con la garanzia della qualità". Non a caso, i 5 mila ettolitri di Morellino declassati nel 2015 a causa della poco proficua vendemmia 2014, sono stati venduti a un imbottigliatore. "Si trattava di un Morellino piuttosto leggerino, pur pulito e salubre - evidenzia Bucci - che sul mercato ha segnato in maniera netta lo stacco tra noi e chi l'ha acquistato. Un modo, dunque, per evidenziare che non tutti i Morellini sono uguali e che, anche in annate difficili, se ti rivolgi a noi ottieni un buon prodotto. Se ti rivolgi ad altri, la qualità dipende da cosa trovano sul mercato".

IL RAPPORTO CON IL CONSORZIO
Tra le mille battaglie della Cantina Vignaioli del Morellino, una può dirsi (per ora) conclusa nel migliore dei modi. "Siamo stati fuori dal Consorzio del Morellino di Scansano fino allo scorso anno - dichiara Bucci -. L'ultimo Cda che si è costituito e il direttore appena entrato in carica denotano voglia e impegno nel cambiare strada e strategia. E' stato assunto un consulente che ha sempre lavorato nel marketing del vino e nella sua promozione, quindi non un burocrate che si occupa di quote e assegnazioni. Per quanto bravo e tecnico possa essere un burocrate del genere, i Consorzi sono l'unica istituzione riconosciuta per poter promuovere le Denominazioni nel territorio. Quindi riteniamo che a questo punto si debbano far funzionare bene questi Consorzi. E le cose funzionano in base alle persone che le gestiscono. Quello che si dovrebbe fare, oggi, è parlare di Maremma in maniera più unitaria, per evitare di perdere sempre più terreno nei confronti della concorrenza". E' in atto, dunque, una vera e propria rivoluzione in questo angolo di profonda Toscana. Un movimento che Bucci spiega col "ricambio generazionale". "In un momento in cui, purtroppo, aziende storiche della zona che hanno fatto il nome del Morellino si sono trovate in crisi per un'organizzazione approssimativa che ha messo in luce una struttura poco concreta, oltre a evidenziare la poca lungimiranza di certi investimenti bancari - commenta il direttore - il territorio di Scansano ha perso la guida. Dieci anni fa questa cantina, come altre, vivevano di rendita. La rivoluzione in corso negli ultimi anni, dunque, è più legata ai singoli che alla politica. Sono state fatte scelte completamente sbagliate in passato, ma oggi lavoriamo tutti assieme per la valorizzazione della nostra zona. Non abbiamo niente, oltre al vino. Il mio invito, che rivolgo a tutti gli attori del territorio, è quello di cercare di vendere al meglio questo nostro niente".

Monitoraggio delle biodiversità dallo spazio, Fem vola a Londra

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I dieci enti di ricerca più prestigiosi al mondo nel settore del telerilevamento satellitare sono stati invitati ad intervenire venerdì 29 aprile, a Londra, al simposio sulle ultime frontiere del monitoraggio della biodiversità dallo spazio. Tra questi spicca la Fondazione Edmund Mach con la relazione del ricercatore Duccio Rocchini. L'ente di San Michele affiancherà autorevoli istituzioni come Geo Bon (Svizzera), l'Università di Würzburg (Germania), University of Nottingham e University of Reading (Gran Bretagna), University e King's College di Londra, Microsoft Research (USA), Zoological Society di Londra, Deakin University (Australia). L'attività della Fondazione Mach in questo settore riguarda le potenzialità della ricerca sulla biodiversità vegetale direttamente dallo spazio, attraverso immagini satellitari che possono "vedere" la Terra con un dettaglio di mezzo metro, in lunghezze d'onda che superano le capacità visive dell'occhio umano. Uno strumento che consente di conoscere, ad esempio, gli effetti del cambiamento climatico sulle varietà vegetali (in boschi, vigneti, frutteti), stimare le variazioni di estensione nel tempo dei prati di montagna o, ancora, monitorare i cambiamenti di specie all'interno dei boschi.

Duccio Rocchini collabora in una rete internazionale di ricercatori dediti allo studio dell'ecologia spaziale attraverso immagini da satellite ed ha pubblicato più di 100 saggi su riviste internazionali sul tema. E' attualmente impegnato a San Michele nella promozione di misure della biodiversità in ambienti alpini, attraverso due progetti FP7: EUBON dedicato alla creazione di una rete della biodiversità in Europa e DIARS, dedicato al monitoraggio delle specie vegetai invasive; si tratta di due iniziative a sei zeri della Comunità Europea, che sta investendo molto sul tema biodiversità e cambiamenti climatici.

Prosecco: un futuro di un miliardo di bottiglie o della ricerca della qualità?

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''Prosecco: un futuro di un miliardo di bottiglie o della ricerca della qualità?''. Con questa domanda Davide Paolini, il Gastronauta di Radio24 e del Sole 24 ore, ha chiamato a sedersi attorno allo stesso tavolo Gianluca Bisol (produttore di Valdobbiadene), Matilde Poggi(presidente FIVI) e i presidenti dei tre Consorzi di Tutela del Prosecco. Lo faranno sabato 14 alle ore 16 negli spazi dell'ex Filanda di Santa Lucia di Piave, nell'ambito della prima edizione del salone Gourmandia – Le Terre Golose del Gastronauta. Bisol, che recentemente ha previsto un aumento della produzione fino ad un miliardo di bottiglie entro i prossimi 20 anni, si confronterà per la prima volta in un dibattito pubblico con Matilde Poggi, presidente della Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti da cui è arrivata una netta contrarietà ad ogni ampliamento della produzione, e con i presidenti dei tre Consorzi di Tutela: Stefano Zanette, Consorzio Prosecco DOC, Innocente Nardi Consorzio Conegliano Valdobbiadene DOCG e Armando Serena, Consorzio Asolo Montello. L'andamento dei prezzi, le reazioni dei mercati e la possibilità di mantenere gli attuali ritmi di crescita saranno i temi su cui Davide Paolini metterà a confronto i diversi interessi e punti di vista esistenti nelle tre denominazioni che condividono la produzione di Prosecco. Sullo sfondo la qualità delle produzioni e la possibilità di mantenerla tale anche con un vigneto di 60.000 ettari distribuiti tra Veneto e Friuli. Non si parlerà solo di vino naturalmente a Gourmandia. Da sabato 14 a lunedì 16 maggio saranno in mostra prodotti artigianali, eccellenze gastronomiche e street food. Fitto il calendario di eventi, con dibattiti, incontri e show cooking curati da grandi firme della cucina come Davide Oldani, Iginio Massari, GualtieroMarchesi, Gianfranco Vissani, Renato Bosco e Tomaz Kavcic.

Torna Birra Expo Piacenza il 6-7-8 Maggio

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Venerdì 6, sabato 7 e domenica 8 maggio, torna Birra Expo Piacenza. La manifestazione fieristica dedicata alla birra artigianale, giunge quest’anno alla terza edizione. I locali di Piacenza Expo si preparano ad accogliere tutti i visitatori che vorranno partecipare ad uno degli appuntamenti di riferimento del settore, dedicato ad appassionati e non, che ogni anno richiama migliaia di persone provenienti da tutto il Nord Italia. L’evento anche quest’anno è organizzato da Estrela Fiere, conosciuta nel settore per l’organizzazione di eventi brassicoli come Fiera Birra Artigianale Ferrara, Ravenna e Forlì. Birra Expo Piacenza sarà un’occasione per conoscere da vicino e degustare prodotti brassicoli d’eccellenza, presentati dagli oltre 24 birrifici che parteciperanno alla Fiera, per un totale di più di 100 birre artigianali. Saranno presenti anche distributori, importatori e operatori di impiantistica. Ad accompagnare il tutto, gustosi prodotti gastronomici che saranno serviti presso i numerosi stand di street food allestiti per l’occasione. Non mancheranno momenti di approfondimento, come l’incontro con Andrea Camaschella, beer taster,  che condurrà il laboratorio ''Matrimonio tra birre e salumi Dop piacentini'' nella giornata di sabato 7 maggio alle 18. . Da non perdere, per tutti coloro che al termine delle prime giornate vorranno prendere parte ad un ultimo brindisi della giornata, è l’appuntamento con il “Fuori Salone in Luppoleria” di venerdì 6 e sabato 7 maggio.  Per tutte e tre le serate di Birra Expo Piacenza sono previsti concerti, momenti di musica live che coinvolgeranno tutti i presenti.  Si inizia venerdì 6 maggio alle ore 20:00. Sul palco si esibiranno i Mr. No Money Band. La band, nata a Bologna nel 2005, nel corso degli anni ha ottenuto molti riconoscimenti e ha partecipato a numerosi festival, collezionando collaborazioni italiane e internazionali. Nel 2012 ha pubblicato il suo primo album e nel 2015 è partito il suo tour in Ucraina e Usa. A Birra Expo Piacenza il gruppo musicale intratterrà tutto il pubblico a colpi di Rock'n'Roll, Rhythm & Blues, Boogie Woogie e Barrelhouse piano. Sabato 7 maggio alle ore 20:00 l’intrattenimento musicale vedrà protagonista il Duo di Piacenza composto da Erica Opizzi e Antonio Amodeo che coinvolgerà tutti i presenti con la sua musica Folk-Revival. Per finire in bellezza, domenica 8 maggio, sempre alle ore 20:00, si esibirà la cover-band Hard Lemon. Il repertorio del gruppo musicale comprende hit rock che hanno lasciato il segno nel panorama italiano e internazionale dagli anni '70 fino ad oggi, il tutto reinterpretato in chiave "Hard Lemon".

Dolcetto d'Acqui Doc 2015, Francesco Capetta

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Un vino che al secondo bicchiere ti fa venir voglia di allungarlo con  succo di frutta o aranciata. Un'ottima base,  per una sangria da gustare in giardino, chiacchierando con gli amici nella stagione estiva alle porte. Il prodotto oggi sotto la nostra lente di ingrandimento il Dolcetto di Acqui Doc, vendemmia 2015, dell'azienda Francesco Capetta di Santo Stefano Belbo. Di colore rosso rubino, luminoso e scorrevole, al naso è monocorde e vinoso. All'assaggio è leggermente mosso, sintomo di un rifermentazione avviata in bottiglia. Di corpo leggero, poco caldo con soli 12,5% di alcol in volume. Fresco e poco tannico, con un retrogusto amarognolo per un finale corto. Il sorso è invitato prettamente da questa leggera effervescenza, che gli dona un po' di carattere, ma non avendo un sapore ''interessante'' ecco arrivare l'istinto di allungarlo con una bibita per conferire un po' di aroma. Di sapore asciutto, morbido, si serve a 16-18 gradi. Adatto a tutto pasto con arrosti, grigliate miste, pollame. Un vino con un discreto rapporto qualità prezzo, spesso tra le offerte della Gdo, che non offre emozioni, ma idoneo ad un consumo quotidiano senza pretese.

LA VINIFICAZIONE
Prodotto con uve 100% Dolcetto nelle zone di produzione comprendente l'intero territorio dell'Acquese. In Piemonte, la superficie destinata al Dolcetto è estremamente ampia e sette sono le aree geografiche, compreso l'Acquese, per altrettante denominazioni. In provincia di Cuneo il Dolcetto d'Alba, il Dolcetto di Diano d'Alba e delle Langhe Monregalesi. A Dogliani il Dolcetto omonimo gode del prestigio della Docg, In 24 comuni del Monferrato si produce il Dolcetto d'Asti. L'azienda Francesco Capetta si trova a Santo Stefano Belbo. Nata nel 1953 per volontà di Francesco Capetta, inzialmente venditore di vino sfuso in una cascina.La piccola azienda fa il suo primo significativo salto dimensionale a cavallo del 1960, quando Francesco Capetta introduce  la prima linea manuale di imbottigliamento vini e inizia la costruzione di un capannone per ospitare l'intero ciclo di lavorazione e imbottigliamento degli spumanti. Nei primi anni Settanta viene introdotta la linea completamente automatizzata. Nuovi ampliamenti e ammodernamenti costanti accompagnano l'Azienda ai giorni nostri. Marchio protagonista della distribuzione moderna in Italia produce una vasta gamma di vini piemontesi, rossi, bianchi e spumanti.

Prezzo pieno: 3,98 euro
Acquistato presso: Bennet

 

La finale del ''Miglior Sommelier d'Italia'' in autunno a Praga

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Si svolgerà a Praga in autunno la finale del concorso "Miglior sommelier d'Italia". L'evento sarà ospitato presso l'Istituto Italiano di Cultura, nella sua storica sede situata nel quartiere di Mala Strana. A comunicarlo, Giuseppe Vaccarini, presidente Aspi (Associazione sommellerie professionale italiana) che ha anche annunciato l'apertura di una sede dell'associazione nella capitale ceca. "L'obiettivo della nostra presenza stabile in questa bellissima città - ha spiegato lo stesso Vaccarini - sarà quello di diffondere e valorizzare la cultura del vino in Repubblica ceca, in primo luogo attraverso l'organizzazione di corsi diretti alla formazione di sommelier professionisti, così come a semplici cultori del vino di qualità". La Repubblica ceca  è oggi capitale mondiale della produzione e del consumo della birra (primo posto europeo per litri annui pro capite). Grazie ad un miglioramento del tenore di vita e alla maggior diffusione di vino di qualità negli ultimi anni sta facendo passi da gigante nell'ambito del consumo di vino anche italiano. Un' iniziativa, questa di Aspi, che sarà una leva importante per avvicinare ancor di più i winelovers cechi al vino italiano.

Successo per ''I grandi terroir del Barolo'', evento Go Wine dedicato al Barolo

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E' terminata  la settima edizione de ''I grandi terroir del Barolo'', l’evento ideato da Go Wine, tutto dedicato al vino Barolo. Degustazioni e approfondimenti per conoscere e apprezzare il territorio del disciplinare, i principali cru o menzioni geografiche aggiuntive, come formalmente definite dal Consorzio di Tutela.  Un programma in parte rinnovato che ha trovato gradimento da parte del pubblico, complice anche il bel tempo che ha favorito viaggi ed escursioni in Langa. Due le sedi: a Castiglione Falletto il focus sul territorio vitato del Comune, con la preziosa collaborazione della Cantina Comunale di Castiglione Falletto.  Nella location dell’Hotel Santa Maria, a Santa Maria di La Morra, spazio a tutti gli altri territori del disciplinare con la collaborazione di 16 aziende che hanno animato un banco d’assaggio molto frequentato. Un evento di nicchia, non per grossi numeri, ma con presenze in crescita soprattutto da fuori Piemonte, con gruppi che hanno accolto l’invito per un week-end in Langa, unendo alla degustazione, la visita nelle cantine e gli itinerari fra le colline del Barolo. Come sempre molto gettonate le degustazioni guidate, con un calendario di 5 appuntamenti e con un particolare risalto verso la Riserva 2010 del Barolo: una sorta di percorso virtuale nelle grandi vigne di questo vino, con la mappa sempre idealmente davanti per conoscere le diverse zone, cogliere sfumature e profumi di uno dei più grandi vini del mondo. Nei riscontri anche una positiva valutazione per come si preannuncia la nuova annata 2012 in distribuzione. ''Dopo l’importante esordio dello scorso febbraio a Milano – dicono da Go Wine – gli assaggi dello scorso week-end ne hanno confermato i giudizi positivi, a fianco di un panorama produttivo sempre più qualificato''. Ovvero la conferma che il successo del Barolo è legato anche all’impegno di tanti interpreti, tutti protesi ad affinare sempre di più la qualità del nebbiolo e capaci di creare una sorta di grande gioco di squadra a favore della qualità.  Complessivamente hanno condiviso l’evento oltre 30 aziende vinicole: con oltre 70 Barolo presentati in degustazione, suddivisi fra i banchi d’assaggio e le degustazioni di approfondimento. Hanno collaborato con l’associazione Go Wine nelle degustazioni di approfondimento Gianni Fabrizio (curatore della Guida ai Vini del Gambero Rosso) e l’enologo Gianpiero Gerbi. L’evento si è svolto anche con la cortese collaborazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo.

Arriva ''El Gran Capitan'', il Negroamaro firmato Ivan Zamorano

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''Fabio Cordella Cantine , se complace en anunciar el acuerdo con la leyenda chileno Iván Zamorano , para la producción de dos botellas, una de vino y una de aceite. Llamado El Gran Capitan'' ecco l'annuncio ancora una volta via social, dalla pagina facebook delle cantine Cordella del nuovo vino in arrivo. La vino mania, insomma,
dilaga tra i calciatori, dopo il vino del numero 1, lanciato pochi giorni fa da Gigi Buffon in collaborazione sempre con Fabio Cordella Cantine, azienda produttrice di vino e olio a Copertino, ecco arrivare anche il vino con la fascetta del capitano Zamorano. Le cantine Cordella produrranno per l'ex interista, ex Real Madrid, ex direttore sportivo all'Honved di Budapest un pugliese negramaro etichetta ''El gran Capitan''. Al di là delle fedi calcistiche, sicuramente un vino, il Negroamaro, che mette tutti d'accordo. Zamorano, da Bam Bam, a Ivan il terribile da ora in poi sarà anche Ivan il vignaiolo. Tutti lo ricordano per i suoi infallibili  colpi di testa, nonostante la sua bassa statura. Se è vero che nella botte piccola  c'è il vino buono, c'è da sperare per il suo Negroamaro rosso.

Tra un mese ad Asti Vinissage 2016: al Palazzo Enofila arrivano i vignaioli naturali

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Torna a fine maggio, il 28 e il 29, ad Asti, Vinissage, la più importante vetrina piemontese sui vini naturali provenienti da agricoltura biologica e biodinamica. La kermesse si svolgerà in un affascinante costruzione industriale di fine ottocento ora trasformato in un centro fieristico, il Palazzo Enofila. La costruzione nacque nel 1872 come stabilimento della Società Enologica Astigiana su un terreno di 35.000 metri quadrati, a pochi metri dalla ferrovia. Dopo quattro anni '' Unione Enofila'', che però fallì nel 1888. Tre anni dopo il Comune acquistò tutto il complesso per destinarlo a magazzino, ma rimase inutilizzato fino al 1906, quando fu ceduto alla Cooperativa Federale Operaia che trasformò l’ex Enofila in ''Vetreria Operai Federale''. La nuova fabbrica di bottiglie, bottiglioni, fiaschi e damigiane poté ben presto contare su 240 operai divisi su tre turni.  Il 5 giugno 1989 entrò in funzione il nuovo stabilimento in frazione Quarto d’Asti e l’ex Enofila, tornata di proprietà del Comune, riprese il suo aspetto originario, con la riqualificazione di tutta la zona. Vinissage 2016 si propone come un viaggio lungo l'Italia del vino, dalle Valle d’Aosta alla Sicilia, passando tra le colline del Monferrato, per conoscere i luoghi dove la natura si sposa con le tradizioni e dove l’amore per le cose semplici si incontra ancora con le eccellenze dei suoi prodotti.  Il pubblico sarà coinvolto in degustazioni, occasioni di abbinamento gastronomico, acquisto di grandi vini ed appuntamenti culturali. I vignaioli presenti a Vinissage, producono vini in modo artigianale e naturale, nel pieno rispetto del territorio e della vite e del cicli naturali, privilegiando le varietà di uva locali e i  componenti naturali del vino. Aziende in regime di agricoltura bio o biodinamica, o in conversione che non utilizzano sostanze  chimiche di sintesi, non utilizzano necessariamente lieviti selezionati, filtrano in modo blando il vino per non alterare il prodotto, non aggiungono e limitano al minimo l'utilizzo di solforosa. A Vinissage presentano  quindi vini unici a livello organolettico, meno consueti, ma che contribuiscono ad arricchire il variegato mondo del vino. Non mancherà la possibilità di acquistare anche altri prodotti biologici del territorio come marmellate, conserve, cioccolato, formaggi, salumi ed informarsi sull’argomento presso le postazioni dedicate all’editoria del settore.

Grosso colpo in bottiglie di vino costoso a Sedriano, cantine svaligiate nella notte

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Vino ormai ufficialmente bene rifugio. Investire in quello che viene definito ''oro liquido'' frutta il 160% in più rispetto ad un qualsiasi altro investimento nel settore finanziario. Il settore vitivinicolo secondo i dati diffusi dal Censis è tra i più ambiti per gli investimenti con il 30,6% dei risparmiatori disposto a scommetterci. Oggetto degli investimenti soprattutto le etichette di vino di fascia alta, apprezzate in Italia e all'estero ed in particolare nei mercati emergenti come quello cinese, paese in cui gli investitori sono disposti a pagare ingenti cifre in contanti pur di accalappiarsi le migliori etichette. Sarà stato quindi un furto a scopo di investimento quello avvenuto la scorsa notte a Sedriano in provincia di Milano? Oppure a scopo di consumo personale o per ricettazione nel settore della ristorazione. Al momento nessuna altra notizia in merito, fatto sta che alcuni individui si sono introdotti notte tempo in tre cantine e hanno portato via un ''goloso'' bottino in costose bottiglie di vino, sicuramente a bordo di un mezzo idoneo. Amara la sorpresa dei condomini, che al mattino hanno scoperto le serrature forzate e il loro ''tesoretto'' andato in fumo. Un paese ''vessato'' da numerosi furti in appartamento, ma anche in cantine e box dalle quali solitamente vengono prelevati strumenti di lavoro, biciclette o moto. Ladri sommelier o aspiranti tali che probabilmente stanno già brindando alle spalle dei malcapitati.

A Roma al via Eataly Wine Festival 2016 in collaborazione con Doctor Wine

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Eataly Ostiense, in collaborazione con Doctor Wine, dà il via a ''Eataly Wine Festival 2016''. Tre giorni completamente dedicati ai vini italiani. Oltre 100 vini e 4 grandi ristoranti romani. Musica dal vivo, incontri con i produttori, seminari e approfondimenti. Il Festival si svolgerà al terzo piano. Le degustazioni si svolgeranno, venerdì dalle 18 alle 24, sabato e domenica dalle ore 12 alle 20. All’area degustazione vini si accederà solo tramite acquisto del braccialetto. Acquistando solo il bicchiere e la taschina invece si avrà accesso solo all’area food e alla vendita vini in mescita, pagando le consumazioni con i gettoni. Venerdì e sabato il Festival continuerà fino all'una di notte, anche dopo la chiusura dell'area degustazione vini con l’area food e mescita vini che rimarrà aperta. 
 
I Produttori
Allegrini, Azienda Agricola Caí Viola, Azienda Agricola Luigi Tecce, Azienda Agricola, San Cristoforo, Argiolas, Basilisco , Bertani, Brandini , Borgogno, Bucci, Bellavista, Cantine Del Castello, Cantine Lunae, Cantina Viola, Casa D'Ambra, Casale Del Giglio, Casale Della Ioria, Cavit, Cefalicchio, Chiarli Cleto, Collavini , Contadi Castaldi, Colle Massari, Colle Picchioni, Di Majo Norante, Conti Di Buscareto, Erste Neue, Felsina, Fattoria La Rivolta, Feudi San Gregorio, Firriato, Fontanafredda, Grattamacco, Kaltern Caldaro, Le Vigne Di Zamù, Lungarotti, Masciarelli, Mediatis (selezione di vini stranieri), Ognissole, Ronco Dei Tassi, Sergio Mottura, Mirafiore, Planeta, Petra, Rivetti, San Michele Appiano , San Giovanni Di Sole Di Terra, Serafini & Vidotto, Tormaresca, Valle Reale
 
Seminari
Degli imperdibili appuntamenti per degustare e conoscere i vini raccontati da Daniele Cernilli e dal suo staff. I rossi del centro-sud (Venerdì 29 dalle 19 alle 19.45);  I rossi del centro, sud e isole (Sabato 30 dalle 15 alle 15.45), I rossi del centro (Sabato 30 dalle 17 alle 17.45); I bianchi del centro-sud (Sabato 30 dalle 19 alle 19.45)Le bollicine (Domenica 1 maggio dalle 15 alle 15.45); I rossi del nord (Domenica 1 maggio dalle 17 alle 17.45); I bianchi del nord (Domenica 1 maggio dalle 19 alle 19.45).

Proposte gastronomiche
Paolo e Leopoldo Cacciani ( Il "Cacio e pepe" di Cacciani a Frascati); Oste della Bon'Ora (Porchetta romana con misticanza e pane croccante);  Flavio Al Velavevodetto (Involtini e polpette al sugo); Attilio Servi  (Tortina romana con ricotta di pecora e visciole, Zuppa inglese tradizionale)

L'Extra Wine
I live music Jazz (dalle ore 21.30):  29 Aprile Vigliar G Trio (Gianluca Vigliar, Marco Valeri, Vincenzo Florio);  30 Aprile: Poeti- Lussu- Ricciardi Trio

Show Cooking
Ogni giorno uno chef diverso si esibirà nella preparazione di un piatto accompagnato da un vino perfetto.  Venerdì 29 dalle 19.30 alle 20.00: Paolo Cacciani; Sabato 30 dalle 16.30 alle 17: Attilio Servi; Sabato 30 dalle 19.30 alle 20: L'Oste Della Bon'Ora; Domenica 1 dalle 12.30 alle 13.00: Flavio Al Veloavevodetto.
 
Modalità di ingresso all'area degustazione
5 €: calice e taschina per accedere al Festival
12 €: ingresso con braccialetto valido per una sola giornata, con il quale sarà possibile accedere all'area degustazioni vini
30 €: ingresso con braccialetto valido per le tre giornate del Wine Festival, con il quale sarò possibile accedere all'area degustazioni vini.

''Nel Sannio coltiviamo emozioni'', la presentazione del libro oggi a Benevento

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Presentato in anteprima al Vinitaly, sarà presentato oggi, nella sala conferenze di Palazzo De Simone a Benevento il volume ''Nel Sannio coltiviamo emozioni'', pubblicato dal Sannio Consorzio Tutela Vini con il contributo e la collaborazione di numerosi docenti, studiosi e ricercatori. La presentazione è organizzata dal Consorzio Sannio in collaborazione con l'Università degli Studi del Sannio - Dipartimento di Diritto, Economia Management e Metodi Quantitativi (Demm). Ad aprire l'incontro saranno il prof. Giuseppe Marotta direttore del Dipartimento DEMM, e il presidente del Consorzio Sannio Libero Rillo. A seguire gli
interventi dei curatori e degli autori dello studio. Il volume, che è suddiviso in tre parti, rappresenta un viaggio attraverso la storia, la cultura e i paesaggi della vitivinicoltura del Sannio beneventano. Un viaggio tout court nel mondo vitivinicolo sannita, asset strategico di rilevante valore per la provincia di Benevento. Un'opera progettata con l'obiettivo di presentare il percorso progettuale avviato, dove la condivisione di nuove informazioni e conoscenze hanno il compito di incrementare la flessibilità del sistema vitivinicolo, e comunque di creare nuove risorse e competenze capaci di rafforzare i vantaggi competitivi della filiera. Si tratta di un lavoro che contribuisce, storicamente e scientificamente, a dare ulteriore linfa al rinnovamento strategico avviato, necessario per costruire una visione del Sannio vitivinicolo come un ambito territoriale nel quale sperimentare politiche diffuse e condivise, orientate ad aumentare la competitività e l'attrattività del territorio, con un’attenzione particolare alla coesione e alla responsabilità sociale, alla diffusione della conoscenza, alla crescita creativa, all’accessibilità e alla libertà di movimento, alla fruibilità dell’ambiente (naturale, storico-architettonico), alla bellezza del paesaggio e al benessere dei cittadini. Un lavoro che costituisce l’inizio di un percorso condiviso che ha come meta la ricerca di idee e valori, per la costruzione di un futuro sostenibile della vitivinicoltura sannita e campana quale strumento di valorizzazione e tutela di una terra fertile di emozioni.

La pop star Prince consumava vino, in modeste quantità come previsto dalla sua fede

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''Un pasto senza vino è come un giorno senza sole'', probabilmente a pensarlo non era solo Anthelme Brillat-Savarin, ma anche Prince, la pop star recentemente scomparsa che pur non essendo un grande bevitore consumava vino. Non amava la birra, ma il vino che beveva in modeste quantità. Questo è quanto dichiarato da un membro della sua chiesa, James Lundstrom, della chiesa di St. Louis Park Kingdom Hall. La rockstar era infatti un devoto testimone di Geova, secondo la cui fede il
vino non è vietato, ma va consumato con moderazione. Non sopportava il whisky che disgustava letteralmente e spesso era andato sull'argomento con Lundstrom che lo aveva invitato a provare quello giusto. Sulla causa della morte di Prince continua ad aleggiare il mistero anche se il suo legale smentisce che facesse uso di droga: ''Non era drogato e amava la vita. Conduceva una vita salutista, era vegano e famoso per il suo stile di vita pulito'' ha affermato l'avvocato McMillan. Probabilmente nella sua dieta c'era anche il famoso bicchiere di vino al giorno, che però non ha impedito la sua scomparsa a 57 anni.

Come si produce un Amarone elegante e complesso? Lo spiega la famiglia Tedeschi

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L'azienda Tedeschi, situata a Pedemonte in Valpolicella vanta una storia vinicola lunga quasi quattro secoli e lavora da sempre con attenzione per conoscere e valorizzare le potenzialità del territorio, rispettandone inclinazione e tempi. Per questa storica realtà della Valpolicella, parte delle Famiglie dell’Amarone d’Arte, ascoltare le esigenze e i tempi della terra è tra i principi che guidano da sempre le scelte di sviluppo aziendale e il percorso intrapreso da papà Renzo a partire dagli anni ’60. Secondo Riccardo Tedeschi, enologo di famiglia ''L’Amarone Monte Olmi è frutto della brillante intuizione di nostro padre Renzo, che ha saputo cogliere le potenzialità del terroir e farne un cru fin dal 1964. Noi raccogliamo la sua eredità e cerchiamo di dare il meglio annata dopo annata. Per ogni vendemmia ricerchiamo volume, eleganza e grande personalità. E’ nostro obiettivo fare un vino capace di distinguersi nelle degustazioni alla cieca e non solo, a significarne il forte carattere distintivo''. Questo si concretizza in un’intensa attività di ricerca che la famiglia Tedeschi ha avviato da anni sui terreni di proprietà, perché, come sottolinea Sabrina Tedeschi, responsabile Marketing dell’azienda: ''E’ fondamentale l’attenzione ai dettagli a tutti i livelli: in vigna, in appassimento, in cantina. Ed è grazie a questa meticolosa cura che ogni nostro acino, così come ogni nostro vino, ha una bellissima storia da raccontare''. Si è recentemente conclusa infatti, un'analisi effettuata sul terroir, per valutare gli impatti finali sul vino amarone dell'ecosistema. Innanzitutto sono stati individuati 39 profili pedologici nelle aree di produzione più rappresentative, analizzate attraverso foto aeree ed elaborati di carattere geologico e geomorfologico. Per ciascun profilo, sono stati valutati il livello di drenaggio, l’esposizione solare, l’escursione termica, l’altitudine, la ventilazione e la composizione dei terreni, evidenziando gli elementi in grado di influire sulla struttura, l’aroma e la longevità dell'Amarone. A seguito dell'analisi sono emersi alcuni fattori determinanti per l'ottenimento di un vino elegante e complesso a livello aromatico ovvero: buon drenaggio, esposizione solare e microclima ventilato. Tutti fattori che concorrono all'ottenimento di uve sane che possono giungere a corretta maturazione, essere raccolte in via tardiva e sopportare un lungo periodo di appassimento in fruttaia. Il microclima ventilato riducendo la degradazione degli acini in fase di maturazione migliora la composizione fenolica delle uve ed è responsabile di aromi eleganti. Il terreno, nella frazione calcarea dona complessità e la presenza di ferro e minerali favoriscono note speziate e di frutta rossa come amarena e ciliegia. La frazione sabbiosa invece, secondo le analisi, accentuerebbe le note di frutti di bosco, ribes e lampone. Longevità e struttura invece sarebbero conferite dall'argilla, responsabile di estratto secco, tannini e pigmenti fenolici. Una composizione del terreno bilanciata, favorisce vini equilibrati e longevi, mentre la presenza di ghiaia di origine alluvionale incoraggia la produzione di vini più freschi. 

Bonarda dell'Oltrepò Pavese Doc 2014 Vaiolet, Monsupello

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Si sviluppa davvero una bella spuma alta nel calice una volta versato il vino oggi sotto la nostra lente di ingrandimento. Bonarda dell'Oltrepò Pavese Frizzante Doc, Vaiolet, prodotta da Monsupello, annata 2014. Azienda pluripremiata con ben 112 medaglie d'oro in concorsi enologici, presente nella ristorazione più
qualificata sia in Italia che all'estero, nelle enoteche professionali, ma anche nelle Gdo di qualità che destinano parte degli scaffali a enoteca, come quella a cui ci siamo rivolti per questa degustazione.  Nel calice il colore è rosso intenso con riflessi violacei,  impenetrabile. Il profumo è intenso, schietto e fine tipico della bonarda. I sentori sono semplici di piccoli frutti rossi, il ribes e il gelso predominano, ma anche la violetta non è timida. Vino caldo, piacevolmente rotondo e secco. Il sorso è vivace ed invitante, fresco e leggermente sapido: il retrogusto piacevolmente amarognolo. Un tannino equilibrato, integrato perfettamente nel contesto per un finale sufficientemente persistente che chiude sul frutto. Molto beverino, una Bonarda con una spanna in più, anche per il prezzo decisamente oltre la media che forse non tutti sono disposti a spendere per questa tipologia di vino. La Bonarda dell'Oltrepò Pavese Frizzante Doc, Vaiolet prodotta da Monsupello va stappata al momento del servizio e servita ad una temperatura di 14 /16 gradi. Non si presta ad un lugno invecchiamento, anzi, è ideale il suo consumo nell'arco di 2 o 3 anni. Si accosta a tutto pasto con antipasti a base di salumi, primi piatti strutturati quali ravioli al sugo o tagliolini, secondi a base di carni bianche e rosse, arrosti.

LA VINIFICAZIONE
Prodotta con uve Croatina al 90% e per il restante 10% da uve Barbera. Le uve sono allevate a guyot sulla fascia collinare nei comuni di Torricella Verzate, Redavalle e Pietra de’ Giorgi, in vigneti dell'età di 20 anni esposti a sud-ovest su terreni argillosi-limonosi. La densità di impianto è di 4000 eppi ad ha per una resa di 90 quintali/ha. La potatura secca a Guyot viene eseguita a partire da dicembre, mantenendo un numero di 10-11 gemme per ceppo. Da maggio, con la scacchiatura e la spollonatura vengono eliminati i germogli superflui e legati quelli principali; sono operazioni basilari per mantenere un buon equilibrio vegetativo e produttivo della pianta, soprattutto nel caso di vigneti giovani. A meta agosto, dopo l’invaiatura, viene eseguito il primo diradamento dell’uva per distribuire al meglio la produzione della vite sui tralci più vicini al ceppo e per evitare che si creino affastellamenti di grappoli (causa principale dell’attacco di muffa grigia nelle annate umide); un secondo diradamento dei grappoli, fatto a metà settembre, favorisce una migliore maturazione dell’uva, permettendo di avere una maggior concentrazione di sostanze zuccherine e fenoliche, un ridotto tenore di acidità ed una migliore sanità del prodotto. Da oltre 10 anni viene praticato l’inerbimento dei vigneti per creare un più equilibrato rapporto chioma-radice della vite e per salvaguardare gli insetti utili al vigneto; per lo stesso motivo vengono utilizzati antiparassitari a basso impatto ambientale ed evitato l’utilizzo di diserbanti chimici. La raccolta dell’uva è manuale, ad inizio ottobre, in cassette da 18 kg. La vinificazione ha inizio con la diraspapigiatura, per passare, dopo un periodo di pre-macerazione a freddo, alla fermentazione alcolica. Dopo circa 12 giorni, nella svinatura, si estrae il vino fiore che sarà la base per il Vaiolet. Dopo almeno due travasi ed una stabilizzazione proteica, la Bonarda viene fatta rifermentare in autoclave (previa aggiunta di mosto dolce e lieviti selezionati) per essere poi microfiltrata ed imbottigliata. L'azienda agricola Monsupello nasce nel 1893, fondata dalla famiglia Boatti sulle colline dell'Oltrepò Pavese. Dispone di circa 50 ettari vitati coltivati sia a vitigni autoctoni che internazionali, allevati con rese basse per regalare vini complessi ed equilibrati. Una cantina dotata di moderne attrezzature tecnologiche, ma che applica tecniche di vinificazione tradizionali. La produzione annua è di circa 250.000 bottiglie di cui 60.000 spumanti metodo classico che oggi fanno di Monsupello una delle realtà italiane, dell'Oltrepò, più apprezzate nella spumantistica. Citata dalle maggiori riviste e pubblicazioni enologiche come Gambero Rosso, Slow Wine, Vini di Veronelli, Vini dell'Espresso.  

Prezzo pieno: 7,90 euro
Acquistato presso: Iper/Finiper

Addio Spritz? Negrar lancia l'aperitivo ''Flaming Lips'' a base di Recioto

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Sabato 30 aprile, dalle 15 alle 19, tutti invitati all'Enoteca Domìni Veneti di via Cà Salgari 2 , a Negrar in Valpolicella per il battesimo ufficiale di Flaming Lips, l'aperitivo a base di Recioto spumante proposto in edizione limitata a Vinitaly 2016. "Passeremo qualche ora in compagnia, con assaggi del nostro aperitivo, di cui sveleremo nell'occasione le dosi della ricetta, ideata da due nasi d'eccezione, i veronesi Enrico Fiorini e Gianluca Boninsegna, rispettivamente migliori sommelier Ais Veneto 2014 e 2015", spiega Natascia Lorenzi, responsabile marketing della Cantina. A lei si deve l'idea di gustare in modo nuovo e originale il Recioto della Valpolicella Docg Spumante Domìni Veneti ed anche il nome Flaming Lips, ossia labbra fiammeggianti, dal gioco di riflessi rubino violacei creati nel bicchiere dal rinfrescante aperitivo, composto da Recioto spumante, acqua tonica dry, cointreau, lime e zucchero di mirtillo. Flaming Lips è l'ultima iniziativa, in ordine di tempo, proposta dalla cantina cooperativa negrarese per il rilancio del Recioto della Valpolicella, che passa attraverso un progetto di ricerca di nuovi abbinamenti gustativi, anche a tutto pasto, e quindi a proposte di consumo più attuali per questo vino passito rosso dolce che rappresenta la storia e la tradizione della Valpolicella, a tutt'oggi prodotto in numeri molto limitati (CVN conta 60 mila bottiglie all'anno nelle varie tipologie, pari al 17% dell'intera produzione della Denominazione), e consumato per la maggior parte in provincia di Verona. "A crederci poco sono prima di tutto le aziende vitivinicole del territorio, forse perché lo danno perdente in partenza, in quanto il gusto per i vini secchi oggi è predominante, ma il nostro Recioto è un passito rosso dagli aromi unici che può conquistarsi una ribalta internazionale di tutto pregio. Dobbiamo però tornare a prestargli attenzione e non trattarlo come un vino di risulta dopo la cernita di Amarone e Ripasso, dedicandogli le migliori risorse, dalla scelta delle uve nelle zone più adatte alla scelta dei migliori legni fino ad un adeguato affinamento in bottiglia per essere certi della qualità", afferma Daniele Accordini, enologo e direttore della Cantina. CVN ruolo da apripista, ma per vincere è necessario non essere soli. Il rischio per il Recioto della Valpolicella, altrimenti, è quello discomparire lentamente, come è successo con alcune tipologie non più prodotte nel tempo, come quella liquorosa, oppure molto rare, come le versioni ammandorlata e spumante, quest'ultima prodotta con il metodo Martinotti fin dagli anni Trenta del secolo scorso ininterrottamente solo dalla Cantina. "Già Luigi Messedaglia, medico, storico e letterato veronese noto anche per i suoi studi di agronomia, nel suo ''Arbizzano e Novare – Storia di una terra, della Valpolicella'' descriveva nel 1944 la champagnizzazione del Recioto operata dalla nostra cantina", ricorda a questo proposito Renzo Bighignoli, presidente di Cantina Valpolicella Negrar. "La nostra produzione di Recioto spumante è ancora di nicchia - 4 mila bottiglie vendute soprattutto nel periodo natalizio in abbinamento al pandoro -, ma con il Flaming Lips siamo pronti a produrne di più. Soprattutto, confidiamo siano pronti a produrlo anche altri viticoltori della Valpolicella, perché ci prendiamo volentieri il ruolo di apripista, vista anche la nostra natura sociale, ma per riaffermare il Recioto della Valpolicella sul mercato non dobbiamo essere soli, a vincere, specie in un mercato globalizzato come il nostro, sono sempre le azioni di squadra", chiosa Accordini.

Di cantina in cantina sulle strade del Bardolino e del Chiaretto

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Itinerari golosi tra vini e piatti tipici, domenica 15 maggio 016 per scoprire e gustare il territorio del Bardolino e del Chiaretto. Un invito, fatto dalla Strada del Vino Bardolino, a scoprire le aziende lungo la sponda veneta del lago di Garda e del suo entroterra con tre percorsi, per un totale di 15 aziende, pronte a far scoprire ad appassionati e winelover i propri vini, abbinati a specialità gastronomiche del territorio veronese. In tutta la giornata di domenica, dalle 11 alle 19, si potranno assaggiare in abbinamento al Chiaretto – classico vino rosé leader nazionale nell’ambito dei rosati a menzione geografica – e Bardolino – il vino rosso delle colline gardesane – proposte quali le tre stagionature del formaggio Monte Veronese, o la porchetta al Chiaretto, o ancora le sarde in saor con la polenta, i crostini al pesce di lago, la carne di manzo al ristretto di Bardolino, il gelato al Chiaretto e all’olio extravergine del Garda, e la pizza contemporanea in accostamento al Chiaretto, che tanto successo ha avuto al recente Vinitaly. Tre quindi i percorsi, ognuno comprensivo di visita e degustazione in cinque cantine specifiche di quel tracciato, più due altre visite libere a cantine localizzate sugli altri itinerari. Un totale di sette diverse tappe, al prezzo complessivo di 23 euro a persona. I tickets per le degustazioni si potranno acquistare domenica 15 maggio direttamente in una qualunque delle cantine aderenti. E per chi volesse muoversi in sicurezza, è previsto un servizio navetta tra le cantine, prenotabile, al costo di 16 euro a persona. ''I visitatori – dice Claudia Benazzoli, presidente della Strada del Bardolino -, oltre a gustare i vini del territorio, avranno la possibilità di confrontarsi direttamente con i produttori per approfondire il loro lavoro, dalla vigna alla cantina. Per i vignaioli, invece, è l’occasione per fare squadra, con lo scopo di promuovere il territorio''.Ma quali sono i tre percorsi previsti? Il percorso A si sviluppa ai piedi del monte Baldo con soste presso Garda Natura di Marciaga, alla Tenuta la Presa di Caprino Veronese, da Gentili a Pesina e poi da Cà Bottura sulla Rocca di Bardolino e Le Fraghe a Cavaion Veronese, con l’aggiunta di degustazioni jolly in due delle cantine degli itinerari B e C. Il percorso B è tutto sulle colline alle spalle del paese di Bardolino, con soste da Zeni 1870, Costadoro, Valetti, Casaretti e poi Benazzoli a Pastrengo, ovviamente con l’aggiunta delle due tappe jolly scelte liberamente negli altri itinerari. Il percorso C si sviluppa soprattutto sulle colline di Lazise, con fermate da Bergamini, Le Tende, Roccolo del Lago, Le Ginestre e poi Il Pignetto a Bussolengo, più le due tappe jolly. Due sono le proposte week end per chi volesse godere in pieno di questa iniziativa: ''Weekend diVino sul Lago di Garda'' con la possibilità di dormire in hotel o bed and breakfast, partecipare a ''Di Cantina in Cantina'' e cenare al ristorante; il secondo che ha per titolo ''Soggiorno di Benessere sul lago di Garda'', oltre al carnet di ''Di Cantina in Cantina'' prevede una stanza presso una struttura termale e una cena in un ristorante. Un week end per tutti i gusti e per tutte le tasche per godere in pieno delle meraviglie del Lago di Garda.

Barolo Limited Edition ''La classe non è acqua'', da Serradenari per Juventus

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La Cantina Serradenari di La Morra, di proprietà della famiglia Diatto-Negri, da sempre considerata cantina di eccellenza artigianale, la vetta del Barolo nel quale si produce ''il barolo più alto del mondo'', da oggi può raccontare una storia in più. Giovanni Negri, spinto da un'accesa passione calcistica bianconera ha pensato di disegnare e dedicare alla sua squadra del cuore una nuova etichetta di Barolo ''La classe non è acqua'', etichetta a tre colori, bianco, nero e giallo, come il logo della squadra. 'È un gioco, un omaggio alla fede calcistica che accomuna tutto in nostro gruppo, dal cantiniere al grafico, passando per il sottoscritto'' ha dichiarato alla Stampa Giovanni Negri. ''Quando avevo otto anni giravo con la figurina sbiadita di Gianpiero Combi in mano e con i racconti di mio padre e mio zio nelle orecchie sulla mitica cinquina realizzata dalla Juventus tra il 1931 e il 1935. Dicevano che era stata un’impresa irripetibile, così qualche tempo fa mi è venuta l’idea di rendere omaggio a quel ricordo, se davvero la Juve fosse riuscita a ripetere il record'' ha continuato. Pronti via, in men che non si dica è arrivato il barolo versione limited edition per festeggiare il fortunato ciclo di successi juventini. Cinque anni di vittorie, lunghi come l'affinamento del barolo targato ''La classe non è acqua'', vendemmia 2011. Un exploit che resterà isolato secondo Negri, salvo che la Juve riuscisse a vincere per tre anni consecutivi la Champions League, in tal caso ''non basterebbero i magnum di Barolo per festeggiare'', parola di Giovanni Negri.
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