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Channel: VINI AL SUPERMERCATO
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Vermentino di Gallura Docg Vigne Storiche 2014, Cantina Giogantinu

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Vermentino Gallura Docg Amabile Vigne Storiche Giogantinu
E' la versione "passito" del Vermentino di Gallura quella che finisce oggi sotto la lente di ingrandimento di vinialsupermercato.it. Le uve atte alla produzione del Vermentino di Gallura Docg Amabile Vigne Storiche 2014 della cantina Giogantinu vengono appositamente 'dimenticate' sulle viti. E raccolte solo nel mese di novembre. Di colore giallo paglierino con riflessi dorati e verdolini, scorre poco denso nel calice. I profumi, intensi e fini, richiamano la frutta (pesca gialla, albicocca matura), nonché una macchia mediterranea (salvia, timo) che, con l'ossigenazione, assume tinte di zafferano. In bocca, il Vermentino di Gallura Docg Vigne Storiche vendemmia tardiva della cantina Giogantinu è amabile, di corpo e di alcolicità calda. Conferma le note minerali già sfoderate all'olfatto, accostate a una buona sapidità. A dominare, però, è la freschezza data da un'acidità viva, che invita al sorso successivo. La persistenza è sufficiente, in un retro olfattivo intenso e fine. Questa versione "passita" del Vermentino di Gallura Docg si abbina con i dolci più svariati: dalla torta alla Sacher alla Millefoglie, passando per i gelati, sino ai Savoiardi e agli amaretti. Ma anche a pietanze come il paté di fegato grasso (foie gras), i formaggi erborinati, la cheesecake e la pizza ai quattro formaggi. Giogantinu è una cantina sociale che raggruppa 350 viticoltori della Gallura. La zona di produzione è quella di Berchidda e Oschiri, a nord della Sardegna, in provincia di Olbia Tempio. La superficie vitata è di 320 ettari totali, con una produzione che va dai 40 quintali per ettaro del Vermentino di Gallura Docg Amabile Vigne Storiche sino ai 60-80 quintali del resto della produzione, con una capacità di trasformazione di 25 mila quitali annui.

Prezzo pieno: 10,49 euro
Acquistato presso: Esselunga

Barba Yiannis Maratheftiko 2012 Vintage, Vouni Panayia Winery

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L'estate si avvicina e, chissà, qualcuno dei lettori di vinialsupermercato.it wine blog sceglierà Cipro per le vacanze. E allora spazio ai consigli per... le visite in cantina. Rubino intenso con riflessi violacei, impenetrabile. Naso che si apre lentamente ma generosamente su note di confettura di frutti rossi. Corrispondente al palato, dove sfodera un'acidità
viva, ottima sapidità e un tannino di velluto, sostenuto da persistenti note di vaniglia e cacao. Evolve bene e a lungo negli anni Barba Yiannis, Maratheftiko in purezza che ho accompagnato con l'agnello, a Pasqua. Un autoctono dell'isola, in vendita anche nei supermercati ciprioti. Si tratta del prodotto di punta della Vouni Panayia Winery, moderna cantina situata tra i monti di Pano Panagia, da dove potrete godere - tra l'altro - di un panorama eccezionale. La prova che in zona ellenica crescono col passare degli anni ottime winery, capaci di affermarsi anche a livello internazionale con i loro prodotti, spesso ottenuti da vitigni antichi, oggetto di un minuzioso lavoro di accrescimento della qualità, puntando sulla riduzione della resa per ettaro e su moderne tecnologie di cantina. Clicca qui per leggere il nostro reportage completo dall'isola.

Vinitaly, ecco i vincitori del 20° Concorso Internazionale Packaging

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Concorso Internazionale Packaging di Vinitaly Asolo Prosecco Spumante Brut 2015 e Azienda Agricola Francesco D’Alessandro
La giuria del 20° Concorso Internazionale Packaging di Vinitaly ha assegnato il 24 marzo a Verona l'Etichetta dell'anno 2016 al vino Asolo Prosecco Spumante Brut 2015 dell'Azienda Agricola Rech Simone di Monfuno, in provincia di Treviso. La Cantina dei Colli Ripani di Ripatransone in provincia di Ascoli Piceno vince il premio speciale "Packaging 2016", mentre il premio speciale "Immagine coordinata 2016"è stato attribuito alla Azienda Agricola Francesco D'Alessandro di Ortona in provincia di Chieti. La competizione, organizzata da Veronafiere-Vinitaly con lo scopo di evidenziare il miglior abbigliaggio dei vini, dei distillati, dei liquori e degli oli extra vergine d'oliva (bottiglia, chiusura, capsula, etichetta, collarino, ecc.), ha premiato lo sforzo di quelle aziende che più stanno investendo risorse e creatività nell'estetica del proprio prodotto. Soddisfatta la giuria, presieduta dal designer Cleto Munari e composta da Alberto Gozzi (art-director), Luca Fois (designer), Elvilino Zangrandi (designer), Annibale Toffolo (giornalista). Tutti concordi nel constatare un innalzamento del livello medio delle proposte, con il binomio innovazione e tradizione declinato verso un'immagine più internazionale, al fine di poter attrarre un maggior numero di persone nel mondo. Secondo i giurati, il prodotto deve parlare velocemente e immediatamente di sé e del produttore, dire la verità e raccontare il proprio rapporto con il territorio. Importante è anche l’aspetto emotivo perché il cervello reagisce prima alle emozioni. "Vorrei però - ha detto Cleto Munari - che le aziende vitivinicole avessero più coraggio con etichette e packaging, che osassero di più con proposte nuove, divertenti e anche un po’ azzardate". Un auspicio che sembra andare verso i consumatori più giovani, in particolare i Millennian americani, più sedotti da bottiglie attraenti e un magari un po' stravaganti. Le bottiglie vincitrici saranno in mostra durante Vinitaly negli allestimenti di Table&Co (pad. 10), lo spazio di design che propone una serie di ambientazioni di tavole apparecchiate con le porcellane, le posa e i bicchieri di aziende leader mondiali, oltre che con l'oggettistica e mobili di selezionate marche. Con 187 campioni ammessi alla competizione provenienti da Francia, Italia e Spagna, distribuiti nelle 10 categorie previste dal regolamento, il Concorso Internazionale Packaging è un evento complementare a "5 Star Wines" il nuovo premio di Vinitaly in programma a Veronafiere dall'1 al 3 aprile, con lo scopo di premiare invece la qualità dei vini di tutto il mondo.
 
DaSx, Zangrandi Toffalo Munari Fois Gozzi. Vinitaly

Lago di Corbara Doc 2013, Castello di Corbara

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Ed eccoci nuovamente a pescare nella corsia vini del Penny Market tra l’offerta di un’azienda della quale avevamo già degustato un vino bianco, Orzalume, sorprendente già a livello olfattivo. Stavolta è il turno di un vino rosso, il Lago di Corbara Doc 2013, prodotto dall’azienda Castello di Corbara di Corbara in provincia di Orvieto. Stupisce sempre l’attenzione del Penny Market, discount di qualità, di proporre in offerta anche vini particolari, di regioni poco distribuite in gdo e soprattutto di denominazioni sconosciute ai più, ecco perché spesso ci piace curiosare tra le loro novità. Quanto al vino  Lago di Corbara Doc 2013 siamo stupiti lato degustazione perché nel bicchiere si è presentato, a parte il colore rosso rubino intenso, con un naso diverso dal solito vino ''piacione'' . Ai sentori di frutti rossi maturi si avvicendano sentori erbacei  che si aprono  verso sentori minerali molto intensi e ferrosi, in gergo detti ematici, fusi con note speziate di vaniglia. Un vino di corpo e caldo che in bocca regala una piacevole beva data da una fresca acidità, una punta sapida e un tannino morbido che comunque fa capitolino in un finale di buona persistenza. Un vino che potremmo definire in qualche modo rustico in ingresso, ma che risulta poi molto equilibrato ed elegante in bocca e al retrogusto. Si abbina a salumi, primi piatti succulenti, carni alla griglia e formaggi ben stagionati.

LA VINIFICAZIONE
Il Lago di Corbara Doc prodotto dal Castello di Corbara è un blend di tre uvaggi: Sangiovese, Merlot e Cabernet Sauvignon allevati in vigneti collinari ad un’altezza compresa tra i 250 e i 350 metri s.l.m su terreni di composizione diversa, da impasti medi a più sciolti. Le vigne, a cordone speronato, hanno una resa massima di 70 quintali/ettaro e la vendemmia viene effettuata tra fine settembre e i primi di ottobre. Le uve che compongono il blend vengono vinificate separatamente, per varietà e vigneto di provenienza, quindi sottoposte ad una lunga macerazione di 15-18 giorni in acciaio a temperatura controllata  e con frequenti follature manuali. Successivamente il vino viene posto ad affinare in barrique di rovere francesi  ed, in piccola parte, anche in botti di slavonia. Alla maturazione in legno seguono sei mesi in bottiglia prima di essere messo in commercio. Il lago di Corbara Doc prodotto dall’azienda agricola Castello di Corbara è il primo esperimento fatto dall'azienda con l’assemblaggio di questi tre vitigni che hanno trovato condizioni ottimali tra microclima e terroir. L’azienda agricola Castello di Corbara si estende per 1000 ettari, dal 1997 opera da sempre nel rispetto per l’ambiente garantendo prodotti di qualità. Ha recentemente stipulato un accordo con Penny Market per la distribuzione dei suoi prodotti che si possono trovare anche in qualche Coop del centro Italia. Finalmente, per chi vuole approfondire la storia aziendale, anche il sito internet che avevamo trovato a fine gennaio solo in inglese, è stato aggiornato  in italiano. All's well that ends well.
 
Prezzo pieno: 8,99 euro
Acquistato presso: Penny Market

Trentino, grappa e chef a braccetto con Alambicchi Gourmet

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Chi l'ha detto che la grappa deve essere degustata solo a fine pasto? Cosa succede se proviamo ad utilizzarla come ingrediente in cucina e ad abbinarla ad un antipasto o, perché no, ad un primo? Ad esplorare questi inediti accostamenti, la rassegna "Alambicchi Gourmet", in programma ogni secondo venerdì del mese per un intero anno in vari ristoranti del Trentino, a partire dall'8 aprile e fino a marzo 2017. Un'iniziativa fortemente voluta dalla Strada del Vino e dei Sapori del Trentino, in collaborazione con l'Istituto Tutela della Grappa del Trentino, per valorizzare uno dei prodotti più rappresentativi del territorio e mostrarne le infinite sfumature. Le degustazioni saranno infatti accompagnate dalla spiegazione e dai suggerimenti dei produttori di volta in volta coinvolti, che illustreranno brevemente anche storia, processo produttivo e tipologie della Trentino Grappa. "Siamo felici di partecipare a questa iniziativa - spiega Beppe Bertagnolli, Presidente dell’Istituto Tutela della Grappa del Trentino - poiché è sicuramente un modo alternativo e intrigante per avvicinare il pubblico finale a questa straordinaria eccellenza trentina, scavalcando i soliti schemi di degustazione che la vedono relegata a fine pasto per inserirla a pieno titolo come elemento centrale della cena. Siamo certi che per molti sarà un'assoluta scoperta".

La rassegna prende il via venerdì 8 aprile alle ore 20.00 presso il Moja Ristorante Caffetteria di Rovereto, in cui verranno serviti le grappe di Distilleria Marzadro e di Azienda Agricola Zeni Roberto. Secondo appuntamento il 13 maggio, stesso orario, al Ristorante Castel Pergine di Pergine Valsugana con le grappe di Distilleria Pilzer e di Azienda Agricola Poli Francesco. Si prosegue il 10 giugno al Ristorante "Empatia" di Andalo con Distilleria Pezzi e Giori Distillati. E poi ancora, l'8 luglio al Ristorante Vecchia Segheria di Baselga di Pinè con Distilleria Vettorazzi e Distilleria Pilzer; il 12 agosto al Ristorante Lusernahof di Luserna con Distilleria Marzadro e Giori Distillati; il 9 settembre al Ristorante La Cacciatora di Mezzocorona con Distilleria G. Bertagnolli e Distilleria Pezzi; il 14 ottobre al Ristorante Villetta Annessa di Riva del Garda con Distilleria Angeli e Distilleria Pisoni; l'11 novembre Ai 3 Garofani Antica Trattoria di Trento con Distilleria Giovanni Poli e Riserva dell'Elmo Saracini e il 9 dicembre alla Pensione Maria "Turismo Rurale" di Piscine di Sover con Distilleria Dallavalle e Antica Erboristeria Dott. Cappelletti.

Ultimi tre appuntamenti, infine, nel 2017: il 13 gennaio al Comano Cattoni Holiday di Ponte Arche di Comano Terme con l'Azienda Agricola Poli Francesco e la Distilleria G. Bertagnolli; il 10 febbraio al Ferrari Spazio Bollicine - Nabucco di Madonna di Campiglio con Segnana Distilleria e Distilleria Pisoni e, infine, il 10 marzo al Ristorante Van Spitz di Frassilongo con Distilleria Poli B e Distilleria Angeli. "La grappa trentina - dichiara Francesco Antoniolli, Presidente della Strada del Vino e dei Sapori del Trentino - sta giustamente raccogliendo sempre più consensi nel mondo degli appassionati e questo evento fa parte del lavoro di valorizzazione che stiamo portando avanti anche con la proposta vacanza 'Alambicchi e castelli', ovvero tre giorni da trascorrere tra distillerie e degustazioni attraverso il Trentino con visite guidate in alcuni dei suoi manieri più rappresentativi". L'elenco dei ristoranti e dei produttori coinvolti e le proposte enogastronomiche delle singole serate sono disponibili su: bit.ly/alambicchi gourmet. Sempre nel sito sarà possibile trovare la modalità per prenotare le cene.

Cantine e frantoi 2.0: a Verona il Salone internazionale Enolitech

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Nuove tecnologie e innovazioni, logistica, packaging e programmi gestionali informatici: a Vinitaly 2016, Enolitech mette in mostra tutti gli strumenti necessari alle moderne cantine e frantoi 2.0. Alla sua 19° edizione, il Salone internazionale dedicato alle tecniche per la viticoltura, l'enologia e alle tecnologie olivicole ed olearie torna
a Veronafiere dal 10 al 13 aprile (www.enolitech.it), in contemporanea con Vinitaly e Sol&Agrifood. Quest’anno il salone si presenta in crescita, sia dal punto di vista espositivo, grazie a 400 metri quadrati in più, che dell'internazionalità, con oltre 200 aziende da Italia, Francia, Cina, Spagna, Germania, Repubblica Ceca, Austria, Svizzera e dell'Ucraina. Oltre a favorire l'incoming di buyer stranieri, Veronafiere ha investito anche sul miglioramento infrastrutturale di Enolitech, i cui spazi sono stati avvicinati a quelli di Vinitaly e integrati al Salone del Vino e dei Distillati con nuovi collegamenti coperti ai padiglioni 8 e 10, per aumentare l'afflusso di visitatori. Proprio nel padiglione 10, ampliato quest’anno, per la prima volta viene allestito Table&Co - Il design a tavola, trait d'union tra Enolitech e Vinitaly, dedicato ai professionisti dell'horeca e al contract. Si tratta di una mostra che propone una serie di ambientazioni di tavole apparecchiate con le porcellane, le posate e i bicchieri di aziende leader mondiali, oltre che con oggettistica e mobili di selezionate marche. Sulle tavole anche i vini vincitori del Concorso Internazionale Packaging 2016. Ad Enolitech numerose le novità esposte. Il Salone, infatti, rappresenta un'importante vetrina dove gli operatori specializzati possono trovare gli ultimi macchinari e accessori per la produzione, l'imbottigliamento, il trasporto di vino e olio. Senza dimenticare i complementi d’arredo per enoteche e wine bar e gli strumenti di lavoro destinati a sommelier e canale horeca. Una rassegna riservata al business dei professionisti e che nel 2015 ha registrato più di 42.000 presenze, di cui il 20% estere, da 68 nazioni. Si tratta di numeri che testimoniano il continuo sviluppo del salone, ribadito in questa edizione dal debutto come espositore di Amorim Cork, il più grande produttore mondiale di tappi di sughero, con un fatturato di oltre 500 milioni di euro, e dalla presenza per la prima volta di aziende leader nel campo di resine per pavimenti (Mapei) e lavabicchieri professionali (Smeg).

Confermata la presenza di storiche aziende, quali Della Toffola, Italesse, Albrigi e Rastal. Ampliato il settore dei macchinari, con nuove aziende come Ghidi Metalli, Clean Pack, Italdbpack, insieme a quello legato alla logistica e alle necessità di trasportare bottiglie di vino e olio in sicurezza, anche con imballaggi eco-sostenibili in carta riciclata, come quelli proposti da Lci e Huhtamaki La Rochelle. Gold Plast Group porta i suoi calici soffiati e i bicchieri infrangibili in copolimero, mentre contro le frodi Axatel propone Vintag, il chip che applicato sotto l'etichetta della bottiglia consente al cliente di accertarsi dell'autenticità del prodotto, oltre che di informarsi sulle caratteristiche del vino. Spazio anche ai big-data, con i più avanzati software di gestione degli ordini e del magazzino studiati da Kiratech, e ai nuovi domini per siti internet .wine e .vin, proposti da Register e illustrati nel corso di un convegno dedicato. Tra le curiosità di Enolitech, l'innovativo sistema Coravin che con un ago e una capsula di gas argon è in grado di mescere il vino senza stappare la bottiglia e i dispositivi ad ultrasuoni per allontanare cinghiali e caprioli dai vigneti di Natech. Dal Carcere di Monza arrivano invece le cassette in legno per vini e regalistica della linea "Xdono" proposti a Verona da Silboard. Fertilizzanti e fitofortificanti, induttori della resistenza, biopromotori di origine vegetale, microelementi e concimi fogliari di ultima generazione con Fertenia, dinamica industria attenta alle esigenze di chi fa viticoltura convenzionale che biologica e biodinamica.
 
Tra gli sponsor ufficiali, l'azienda Bormioli Luigi, fornitrice di tutti i calici per ristoranti e degustazioni, "L'officina delle idee 2.0" per gli arredi della Locanda Enolitech e Scotton per le sedute di Vinitalybio. Inoltre attivato anche quest'anno da Veronafiere il Desk Anticontraffazione, dove avvocati e consulenti  specializzati in diritto industriale danno gratuitamente agli espositori sia assistenza sul campo durante la manifestazione in caso di violazione dei diritti della proprietà intellettuale e della concorrenza sleale, sia informazioni su come tutelare marchi, brevetti e segni distintivi. Per la pausa pranzo di espositori e buyer torna, infine, Locanda Enolitech - Terre di Maremma: un'area all'interno del padiglione per un pasto veloce e di qualità a base di spianate e prodotti tipici maremmani.

Dal 41 bis al vino: a Pianosa arrivano le vigne del Marchese Frescobaldi

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Le Cantine del Marchese Frescobaldi svilupperanno un  progetto enologico di utilità sociale sull’isola di Pianosa. Il progetto prevede il nuovo impianto di un vigneto di circa 50 ettari di cui una parte coltivata in via sperimentale, in collaborazione con l’Università di Pisa, per la conservazione e la valutazione di vitigni autoctoni. Circa 15 ettari saranno invece impiantati ad uve Ansonica, Vermentino, Trebbiano, Moscato, Sangiovese ed Aleatico, che, considerati i tempi di messa in resa delle vigne, vinificazione ed affinamento potranno sviluppare le prime bottiglie fra circa 5 anni. Saranno i detenuti del carcere di Porto Azzurro, attualmente in regime di semilibertà e sotto l’occhio vigile di quattro guardie carcerarie ad occuparsi dei vigneti. I 17 detenuti sono già attualmente responsabili delle gestione dell’albergo e del ristorante presente sull’isola ricavato tra le mure dell'ex carcere oltre ad occuparsi di servizi di manutenzione ambientale coordinati dalla cooperativa San Giacomo.  L’isola di Pianosa ha una superficie di circa 10 km quadrati e da anni si valutano progetti di riconversione di quella che fu colonia penale dal 1856 e che durante l’epoca fascista fu  prigione di Sandro Pertini, incarcerato per motivi politici. Dal 1968 carcere di massima sicurezza destinato a esponenti mafiosi e di organizzazioni terroristiche ha cessato definitivamente l’attività nel 2011. Nel 2008 l’Associazione Isola di Pianosa ha ottenuto l’approvazione di un progetto per un milione di euro destinato alla realizzazione di 14 ettari di vitigni, alla ristrutturazione delle cantine di Pianosa, con l’affinamento e l’imbottigliamento sull’isola, oltre all’acquisto di un parco macchine e di attrezzature enologiche per la vinificazione. Le Cantine Frescobaldi non sono nuove a queste iniziative, già sull'isola di Gorgona, in collaborazione con l’Istituto penale dell’isola più piccola dell’arcipelago toscano hanno dato vita, ad un piccolo vigneto di un ettaro, dal quale si produce il vino ''Gorgona'', pregiatissimo vino bianco da uve di Vermentino e Ansonica.

Primo CdA Avito: strategie prezzi ed export del vino sul tavolo

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Si è tenuto nella sede della presidenza della Regione Toscana il primo Cda di Avito, associazione che riunisce i consorzi vinicoli della Toscana costituita lo scorso 9 marzo per presentare gli obiettivi di questa innovativa realtà toscana. All’incontro era presente  anche il
Presidente della Regione EnricoRossi che non si è risparmiato in lodi per quella che ritiene una mossa vincente. ''In un momento in cui i vini toscani piacciono alle classi medio alte che ne consumano in estremo oriente, ma non solo bisogna trovare il modo di essere presenti su questi mercati. I piccoli imprenditori da soli non ce la fanno, i grandi hanno spesso difficoltà, l’unione è la strada giusta. Bisogna considerare che l'export toscano arriva secondo dopo il Veneto ma con un indice di crescita superiore'' ha dichiarato Rossi durante la conferenza stampa. Per agevolare le aziende, la Regione Toscana metterà a disposizione alcuni servizi attraverso l’Ente di promozione, facilitando l’accesso ai finanziamenti  europei per l’internazionalizzazione di prodotti, attività molto più semplici con Avito come interlocutore unico. Durante il Cda è stata presentata anche un' nteprima di una ricerca dell’opinionista Klaus Davi sulla percezione del vino e del brand toscano sui quotidiani all’estero. L’Italia, grazie alle crescenti esportazioni, ma anche al ritorno di immagine di personaggi del mondo dello spettacolo e del cinema come Sting, George Clooney, Brad Pitt, fan e consumatori del vino toscano, risulta essere un paese che emerge anche più della Francia. Vini come  Chianti, Brunello e i Supertuscan sono tra i più citati. La Toscana all’estero è un vero e proprio brand  riconoscibile senza rivali in Italia. Un marchio costruito anche grazie al vino, da sempre prodotto traino del comparto agroalimentare italiano, uno tra i prodotti che meglio rappresenta l’unicità della Toscana. Anticipazioni sull'ordine del giorno del prossimo consiglio che vedrà la questione prezzi sul tavolo della discussione come ha annunciato Fabrizio Bindocci, presidente del Consorzio secondo il quale la Toscana produce buoni vini, ma è timida nel posizionamento prezzi. Una politica di prezzo minimo non può essere imposta per legge o dal Consorzio, ma sicuramente Avito potrà stimolare e farsi portavoce di una strategia comune. ''E’ giusto che i produttori abbiano una fonte di reddito importante a fronte del grande impegno e del duro lavoro svolto. In questo momento è più importante lavorare sull’aumento del prezzo, che non sull’aumento del numero di bottiglie prodotte'' ha affermato Bindocci.

Foto Controradio
 

 

Trebbiano d'Abruzzo Doc 2013, Masciarelli Tenute Agricole

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Un nome, una garanzia. Masciarelli Tenute Agricole si conferma al top della produzione e commercializzazione del Trebbiano d'Abruzzo anche con i prodotti "base", destinati alla grande distribuzione organizzata. Si tratta della prima linea creata da Gianni Masciarelli, diventata negli anni "un punto di riferimento per l'azienda e i suoi clienti, oltre ad essere la produzione numericamente più consistente e conosciuta, in Italia come all'estero". Peschiamo dagli scaffali del supermercato, appositamente, una vendemmia 2013. Con l'obiettivo di testarne la tenuta e la longevità. Prova, ve lo anticipiamo subito, che il Trebbiano d'Abruzzo Masciarelli supera con buoni voti. Nel calice, il vino si presenta di un giallo paglierino chiaro. Al naso note di fresco biancospino, fiori di campo e di magnolia. Non manca la frutta, vicina ai sentori esotici di ananas, melone giallo e mela. Un olfatto intenso, fine, complesso: arricchito da leggere 'ventate' di pepe bianco. Al palato - secco, di corpo, caldo - sfodera ottimo equilibrio tra acidità e sapidità, pur non regalando la complessità precedentemente offerta al naso. Lo spettro gustativo va dai sentori di mela a quelli della pesca bianca, sino a quelli più maturi (secchi) di mandorla. Un vino, il Trebbiano d'Abruzzo Masciarelli vendemmia 2013, che collochiamo in una fase matura, ancora più che mai apprezzabile. L'abbinamento perfetto, a una temperatura di servizio di 12 gradi, è quello con i piatti di pesce, a partire dagli antipasti. Ottimo anche con l'insalata di mare e con le verdure cotte.

LA VINIFICAZIONE
E' dal 1981 che Gianni Masciarelli produce la linea "classica". Del Trebbiano d'Abruzzo vengono sfornate circa 250 mila bottiglie l'anno. Le vigne, di età che non supera i 40 anni, si trovano in quattro diversi Comuni della provincia di Chieti, tutte situate a diverse altezze rispetto al livello del mare: San Martino sulla Marrucina (400 metri), Loreto Aprutino (350 metri), Ripa Teatina (250 metri) e Bucchianico (250 metri). Il terroirè simile: argilloso mediamente calcareo, medio impasto, sciolto. Il sistema di allevamento è quello della Pergola abruzzese (Guyot Semplice), che assicura una resa di 100 quintali per ettaro, con una densità d'impianto che varia dalle 1.600 a 6.500 piante per ettaro. Le uve vengono vendemmiate fra il 25 e il 30 settembre. La fermentazione avviene in vasche in acciaio inox a temperatura controllata, preceduta da una raccolta in piccole cassette, pressatura e decantazione statica del mosto. Anche l'affinamento viene effettuato in acciaio inox, prima della commercializzazione. Masciarelli Tenute Agricole nasce nel 1981 dall'intuito imprenditoriale di Gianni Masciarelli, figura simbolo del panorama enologico italiano e protagonista dell'affermazione della vitivinicultura abruzzese moderna. Cuore pulsante della cantina è San Martino sulla Marrucina, in provincia di Chieti, dove l'azienda può contare su circa 300 ettari di terreni coltivati a vigneto e uliveto, dislocati in tredici Comuni, in tutte e quattro le province abruzzesi. La produzione annuale supera i 2,5 milioni di bottiglie.
 
Prezzo pieno: 5,90 euro
Acquistato presso: Iper la grande I (Finiper)

Toscana, Mtv e Vespa Club assieme per Cantine Aperte

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La macchina organizzativa è già al lavoro, nonostante manchino due mesi: Cantine Aperte torna anche in Toscana dal 28 al 29 maggio, per tutti gli appassionati di turismo all'aria aperta e per le migliaia di wine lovers che come ogni anno affolleranno le oltre 80 cantine del Movimento Turismo del Vino Toscana che hanno aderito all'iniziativa. L'ultimo fine settimana di maggio sarà dunque all'insegna del cosiddetto "enoturismo", che quest'anno trova nei Vespa Club un partner d'eccezione. Saranno centinaia, o forse di più, le vespe che arriveranno in contemporanea nelle cantine aperte in questi due giorni. Mtv Toscana ha infatti deciso di coinvolgere gli appassionati di questo storico motociclo, simbolo del Made in Italy nel mondo, attraverso i vari Vespa Club che aderiranno all'iniziativa. E per chi vorrà acquistare il vino nessun problema per il trasporto: un accordo tra Movimento Turismo del Vino Toscana e l'agenzia di spedizioni Speedy srl di Firenze permetterà di organizzare spedizioni in tutto il mondo a prezzi speciali, durante il periodo della manifestazione. "Cantine Aperte - spiega il presidente del Movimento Turismo del Vino Toscana, Violante Gardini - è ormai un appuntamento che ogni famiglia mette in agenda di anno in anno e che conferma come il fenomeno dell’enoturismo sia un modello riuscito in Italia, in Toscana in particolare dove anche per quest’anno sono previste migliaia di visitatori da tutta Italia e non solo e per l’occasione abbiamo deciso di mettere insieme alcuni vespa club di tutta la regione per unire il fascino delle nostre cantine a quello dei bellissimi paesaggi che le circondano utilizzando un cult del Made in Italy, la Vespa appunto".

Dalla musica all'arte, dagli spettacoli alla caccia al tesoro nei vigneti, passando per show cooking e giochi di una volta. Inoltre attivata la collaborazione con l’associazione Club Amici del Toscano con degustazioni di sigaro in abbinamento ai vini (riservate agli iscritti, maggiorenni, vecchi e nuovi soci del Club). Cantine Aperte offre ai visitatori e agli enoturisti non solo la possibilità di degustare i grandi vini della Toscana, ma soprattutto un modo insolito e unico di vivere la campagna e il vino in particolare. Ogni azienda che aderisce all’iniziativa organizzerà in uno dei due giorni o in entrambi, eventi di varia natura, tutti legati al vino. Cantine Aperte, del resto, è l'evento enoturistico più importante in Italia. Dal 1993, l'ultima domenica di maggio, le cantine socie del Movimento Turismo del Vino aprono le loro porte al pubblico, favorendo un contatto diretto con gli appassionati di vino. Un appuntamento divenuto nel tempo una filosofia, uno stile di viaggio e di scoperta dei territori del vino italiano, che vede, di anno in anno, sempre più turisti, curiosi ed enoappassionati avvicinarsi alle cantine, desiderosi di fare un'esperienza diversa dal comune. Cantine Aperte è un marchio di proprietà del Movimento Turismo del Vino, registrato e protetto giuridicamente per contrastarne qualunque abuso/imitazione e garantire ai consumatori qualità e professionalità nell’accoglienza, tratti distintivi delle cantine MTV. Per scoprire le aziende aderenti a Cantine Aperte e i relativi programmi è in aggiornamento la pagina dedicata all’evento su www.mtvtoscana.com.

ViniVeri 2016: tutto pronto per la 13ma edizione a Cerea

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Dall'8 al 10 Aprile a Cerea, nei pressi di Verona, si svolgerà la tredicesima edizione della manifestazione ''ViniVeri 2016''. Quest'anno l'evento partirà anticipatamente rispetto al solito calendario per non sovrapporsi ad altre manifestazioni vinicole organizzate in zona nelle stesse giornate come il Vinitaly. Tutte le aziende che prenderanno parte a ViniVeri 2016 seguono la ''regola'' del Consorzio ViniVeri, che non prevede metodi ''bio'' o ''non bio'', ma che indica semplicemente le azioni che permettono a una produzione di esprimersi pienamente e raggiungere l’obiettivo di ottenere un vino in assenza di accelerazioni e stabilizzazioni, recuperando il miglior equilibrio tra l’azione dell’uomo ed i cicli della natura. Fanno parte del Consorzio ViniVeri quindi, coltivatori che applicano una filosofia produttiva rispettosa dell’ambiente e delle biodiversità, agricoltura sostenibile che va oltre la certificazione europea. Un modello che non vuole imporsi a nessuno, ma che chiede libertà di esistere svincolato dai numerosi cavilli burocratici previsti dalla legge. I vignaioli ''veri'' portano anche avanti da anni la battaglia dell’etichetta trasparente, carta d’identità del prodotto che dovrebbe indicare tutti gli ingredienti contenuti, al pari di un qualsiasi prodotto alimentare. Oltre ai soci del consorzio Cappellano, Giuseppe Rinaldi, Ezio Cerruti, Ezio Giacomo Trinchero, Serafino Rivella, Eugenio Rosi, Casa Coste Piane, Castello di Lispida, La Castellada, Dario Princic, Zidarich, Vodopivec, Ronco Severo, Mlečnik, Slavček, Massa Vecchia, Podere Luisa, Carla Simonetti, Walter Mattoni, Oasi degli Angeli, Paolo Bea, Praesidium, PaneVino, Salvatore Ferrandes, Cantina Ninnì saranno presenti anche un centinaio di ''artigiani del vino'' indipendenti tra cui alcuni internazionali che presenteranno le ultime produzioni imbottigliate, anteprime e vecchie annate.

Ovse, Italia forte nell'export "grazie alle bollicine". Africa nuova frontiera, già scoperta dalla Francia

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A far da locomotiva ai numeri del vino italiano all'estero, soprattutto i vini spumanti. Nel 2015 la produzione nazionale è stata di 520 milioni di bottiglie, per un valore-origine di 1,352 mld/euro (euro 2,60 a bottiglia in cantina). Sul totale prodotto, 373 milioni di bottiglie (pari al 72%) sono state spedite in 90 Paesi nell’arco dell’anno per un valore pari a 1,327 mld/euro (per euro 3,56 a bottiglia) e un giro d'affari nel mondo di 2,573 mld/euro (per euro 6,9 a bottiglia). Rispetto al 2014, Ovse, l'Osservatorio economico dei vini effervescenti, fondato nel 1991 da Giampietro Comolli (nella foto), registra un +17%
dei volumi e un +14% in valore all’origine. Il 2015 è un altro anno che cancella i record precedenti degli ultimi 10 anni, come produzione e esportazione: "Bene i volumi - commenta Giampietro Comolli - ma da anni sollecitiamo a fare più attenzione al valore di vendita cogliendo anche il sentimento tricolore favorevole. Il gap da colmare è ancora eccessivo, perché nella cultura globale il prezzo è anche sinonimo di qualità. Non corrisponde alla realtà qualitativa il divario di 4,66 euro per una bottiglia italiana con i 12,10 euro delle bollicine francesi, con una media di 22,49 euro al vertice per una bottiglia di Champagne". Ovse constata anche un ulteriore calo nelle vendite delle etichette varietali, degli spumanti comuni e dell'Asti con alcuni ritocchi al ribasso di prezzo all’esportazione, mentre al consumo tutte le etichette made in Italy registrano un forte incremento di prezzo. Comolli rileva: "Negli Stati Uniti un calice di bollicine tricolori viaggia da 6 a 10 dollari, al ristorante non meno di 12 dollari". L'escalation dei volumi esportati è stata molto forte negli ultimi 4 anni con un raddoppio anche delle destinazioni, tranne qualche paese in cui dazi e accise, embarghi, svalutazione e leggi sui consumi hanno bloccato l'importazione di tanti prodotti, in India, Cina, Russia, Brasile, Argentina. Molto bene soprattutto nel vecchio continente a 28 paesi che assorbe il 65% di tutto l'export. Usa e Uk hanno registrato crescite nel medio periodo del 150-200%. Altri paesi come Giappone, Messico, Canada, Germania, sono più oscillanti con continui sali-scendi. Ottimi risultati export si sono registrati in Francia, Austria, Svizzera e Svezia. Calo degli spumantini anonimi dolci e secchi, tengono alcuni mercati nell'Europa orientale per spumanti di vitigno (Moscato, Malvasia, Trebbiano, Soave). Per la 'piramide'Prosecco Docg-Doc ancora record: sul totale sono 275 milioni sono le bottiglie veneto-friulane consumate (3 su 4) per un valore in cantina di 700 mil/euro che si triplica con il giro di affari nel mondo a oltre 2 mld/euro. Le spedizioni in dogana registrano per il Prosecco docg (Conegliano, Valdobbiadene, Asolo, Cartizze) 38 mil/bott e per il Prosecco doc 237 mil/bottiglie.

La esportazione si concentra con il 30% nel Regno Unito, il 20% negli Stati Uniti e il 9% in Germania. Per entrare in dettaglio nel 2015 la Gran Bretagna conferma la leadership con oltre 96 mln di bottiglie, per 220 mln/€ (+26%). Non più solo Gdo e spumanti generici, ma il Prosecco entra in pub, circoli privati e ristoranti, non solo italiani. Enorme mercato con l’e-commerce, ma 9 su 10 siti sono gestiti da importatori/distributori e non da aziende. Prezzi al consumo in crescita del 8%: a Londra ci vogliono 12,25 sterline (pari a 15,52 euro) in media per una bottiglia di Prosecco sullo scaffale, grazie anche al cambio monetario e senza patire le accise messe dal governo Cameron solo sul vino (pari a 2 sterline il tappo), esentato invece il wisky. Al secondo posto troviamo gli Stati Uniti, sempre più costa occidentale oriented, volumi in crescita grazie all’euro svalutato e un prezzo alla dogana ritoccato al ribasso, con un +17,3% sul 2014 a quota 64,9 milioni di bottiglie, portando a +7,3% il fatturato al consumo per 305 mln/euro. Grandi guadagni per gli importatori/distributori. Una bottiglia di Prosecco che entra a 4,90 dollari (pari a 4,38 euro) sullo scaffale va a 21,3 dollari (circa 19 euro). Addirittura un calice di Prosecco nei ristoranti di New York si posiziona fra 12 e 19 dollari (circa 10,8-17,1 euro). Terzo paese torna a essere la Germania, dopo alcuni anni di cali, spostando in modo significativo il tiro sugli spumanti Dop rispetto a generici per un volume di 29 milioni di bottiglie pari a 90 mln/euro di valore alla dogana. Buono il recupero sul valore a bottiglia. Conferma al quarto posto per la Russia, seppur con tutte le problematiche della valuta e della crisi, con volumi a 18,8 mln/bott e 45 mln/euro di plv, concentrati in 4-5 marchi e dove l'Asti rappresenta ancora l'emblema delle bollicine italiane con oltre 7 milioni di bottiglie. Seguono, nell'ordine, la Svizzera con 15,3 mln/bott e un prezzo fuori dogana fra i più alti con 5,96 euro alla bottiglia; il Belgio con 11,7 mln/bott, l’Austria con 10 mln/bott, Giappone, Svezia, Francia a 9,5 mln/bott per paese. Canada e Paesi Bassi confermano il record di maggiori estimatori delle bollicine italiane, con un valore unitario da 6,37 e a 6,80 euro/bott franco distributore/importatore per una quota di mercato rispettiva a 5,6 mln/bott e 3,5 mln/bott. In poco più di 3 anni, la Francia conferma la scoperta del Prosecco superando 1,1 mln/bott. In Cina ancora qualche difficoltà per il sistema-mercato interno e l’inserimento nei diversi canali: bene nelle enoteche, ma si registra il record del più basso valore alla dogana con 3,20 euro/bottiglie.

Per il metodo tradizionale italiano il percorso all’estero è sempre molto complicato perché ci si scontra con i colossi Champagne e Cava (rispettivamente 135 e 160 mln/bott spedite nel mondo). In ogni caso dal 2012 il trend si mantiene in crescita: l'anno scorso sono state 2,2 mln/bott esportate di cui 1,4 di Franciacorta (+7,3% rispetto al 2014), un valore medio alla dogana di 28 dollari/bott (pari a euro 31,10) e spedizioni concentrate nell’ordine in Giappone, Usa e Svizzera. Molto difficile l'export per gli altri metodo tradizionali: segnali positivi solo per Asti e Gavi. Il Trento doc cresce bene in valore all’origine rispetto agli anni passati. "Negli ultimi 5 anni - evidenzia ancora Giampietro Comolli - l'Asti ha perso il 21% del mercato, mentre il Prosecco Doc è cresciuto mediamente del 21% annuo più che raddoppiando la quota, diventando il primo landbrand al mondo per le bollicine superando anche il generico Sekt. L'Italia quindi primo paese produttore con il 20,8% del totale (2,5 mld/bottiglie) e primo paese esportatore di vini effervescenti al mondo con una quota del 33% su 1,1 mld/bottiglie. Un settore che ha bisogno di una politica unitaria globale all'estero". Molti ancora gli spazi di crescita in volumi e in valore. "L'Italia del vino - evidenzia ancora Comolli - è assente in Africa. La Francia è prima in tutti i paesi africani più ricchi, dove ha iniziato a investire da 10 anni. Seppur con burocrazia molto elevata, Nigeria, Kenia, Angola, Tanzania, Madagascar chiedono vini di fascia alta, compreso bollicine. Inoltre occorre una strategia diversificata per paese in base alle potenzialità e stile di vita: gli spumanti sono una tipologia abbinata alla festa nel mondo. Appannaggio di un mondo con buone disponibilità di spesa. Ma anche molte regioni europee e italiane reclamano bollicine. Ovse - conclude il presidente Ovse - sollecita da anni una revisione dell'Ocm-Vino verso la promo-commercializzazione anche sui mercati interni non come aiuto di Stato, ma per favorire l’elasticità della domanda e per far crescere i consumi interni".

''A corto di vino'': alle cantine di Orcia ciak, si gira!

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In occasione dell’Orcia Wine Festival in programma a S. Quirico d’Orcia dal 22 al 25 Aprile 2016, gli studenti italiani e stranieri iscritti al Corso di Comunicazione Digitale tenuto dal professor Maurizio Masini presso l’università di Siena realizzeranno una serie di cortometraggi ambientati nelle cantine in cui si produce il vino Orcia Doc. I video saranno proiettati nell'ambito della rassegna ''A Corto di Vino'' facente parte del ricco palinsesto del festival.  Realizzati all’interno delle aziende agricole Tenuta Castelnuovo Tancredi di Buonconvento, Poggio Grande di Castiglione d’Orcia, SassodiSole di Montalcino e Capitoni Marco di Pienza hanno lo scopo di raccontare vino e territorio. Donatella Cinelli Colombini, presidente del Consorzio vino Orcia ha espresso soddisfazione per l'iniziativa. ''I video sono lo strumento di comunicazione del futuro. La denominazione Orcia Doc non ha eguali per la bellezza paesaggistica del territorio e le sue cantine esprimono la cura e la passione dei produttori che realizzano un vino artigianale di estrema qualità'' ha affermato. '''Ringrazio il Consorzio per aver dato vita a questa proficua collaborazione e l’Amministrazione Comunale di San Quirico per l’aiuto e il sostegno offerto a questa iniziativa. Credo che sia un bel modo questo per dimostrare come l’Università e le Istituzioni sia pubbliche che private possano collaborare in maniera'' ha dichiarato invece il professor Masini. Il territorio in cui nasce il vino d'Orcia, a sud di Siena tra le denominazioni del Brunello di Montalcino e del Nobile di Montepulciano, è considerato il distretto vinicolo più bello del mondo. In parte è iscritto nel patrimonio dell’Umanità Unesco,  la Val d’Orciaè stato il primo territorio rurale ad essere premiato con tale prestigioso riconoscimento. L’area comprende 13 comuni, tutti ricchi d’arte e di storia, oltre a centri termali di eccellenza come Bagno Vignoni, Bagni San Filippo, San Casciano dei Bagni e Chianciano Terme. Uno dei territori più visitato al mondo, una delle denominazioni più turistiche d'Italia, come ha dichiarato Donatella Cinelli Colombini visto che i comuni delle denominazione registrano ogni anno oltre un milione di visitatori e altrettanti escursionisti amanti del trekking e dello slow turism.

Da Piacenza con furore: in Cina si beve Vicobarone

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Si è svolta a Chengdu, in Cina, l’International Wine and Spirit Show, il ''Fuorisalone'' del ''China Food and Drinks Fair for Wine and Spirit'', uno degli eventi più rilevanti del comparto vitivinicolo cinese che ogni anno attrae circa 4mila espositori e oltre 400mila visitatori. Tra le aziende italiane partecipanti, le Cantine di Vicobarone, rappresentate da Fabrizio Malvicini,  che da 5 anni sono protagoniste delle esportazioni verso la Cina. Nel 2015 hanno registrato 1,2 milioni di euro di fatturato che hanno spinto le Cantine Vicobarone a siglare una partnership con Long Vision, il più grande importatore di vino italiano in Cina. ''Le Cantine di Vicobarone hanno inteso un messaggio decisivo  quello dell’importanza di esportare per dare valore alle cooperative stesse. Le cooperative devono unire le forze per esportare il prodotto e dare valore ai soci'' ha affermato Malvicini. La fiera è stata anche occasione di dialogo con Carlo Piccinini, neo presidente eletto a gennaio 2016 di Fedagri Emilia Romagna e Confcooperative Modena nonché imprenditore agricolo e vicepresidente della Cantina Carpi Sorbara. Un confronto proficuo  tra due realtà cooperative importanti secondo Malvicini che ritiene  importante la collaborazione tra cantine, anche di province limitrofe, al fine di sviluppare sinergie di crescita.

Barbera d'Asti Docg: due nuovi lieviti autoctoni presto in commercio

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Dopo quattro anni di sperimentazioni, si è giunti all’individuazione di due nuovi lieviti autoctoni con un elevato potenziale enologico da impiegare per la produzione del Barbera d’Asti Docg, al fine di produrre un vino ancora più strettamente legato al terroir I lieviti sono stati selezionati da 15 vigneti di Barbera delle province di Asti e Alessandria nell’ambito di uno studio affidato ad un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Scienze Agraria di Asti (Disafa) e presentati durante la riunione conclusiva del progetto tenutasi il 30 Marzo. ''Wildwine'', questo il nome del progetto, è stato avviato nel 2012 grazie a finanziamenti delle comunità europea, in collaborazione con il Consorzio di tutela della Barbera d'Asti e una serie di produttori.Tra gli oltre 600 ceppi individuati sono stati identificati due biotipi che saranno messi in commercio dalla prossima vendemmia dall’Enotecnica di Nizza Monferrato. Un vero e proprio primato, visto che si tratta dei primi lieviti autoctoni provenienti da una zona vitivinicola targata Unesco. Il Presidente del Consorzio della Barbera d’Asti, Filippo Mobrici ha espresso la sua convinzione che questa scoperta sarà un ulteriore stimolo alla caratterizzazione della Barbera, vino originario di quelle colline ed oggi testimone del Piemonte a livello mondiale.

Dopo le 50 sfumature di Passerina, arriva la prima birra vaginale

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Nasce la prima birra vaginale siglata ''The Order of  Yoni''. Non si tratta di una lavanda intima, né di un lubrificante stile ''Strawberry Prosecco'', ma di una birra scura fermentata grazie ai lieviti selezionati dall’organo genitale femminile, prelevati con un tampone vaginale. Per il primo lotto di produzione, i lieviti sono stati gentilmente offerti da una ''farfallina'' d’eccezione, la modella ceca Alexandra Brendlova che non solo ha prestato i suoi batteri, ma anche la sua immagine per la campagna pubblicitaria.  ''Bottled Instinc''il nome di questa insolita birra che sarà in commercio dal 2016 con l’obiettivo di raccogliere 150mila euro per realizzare una produzione di 6 lotti da 16.600 birre l’uno. Ma non è la prima birra dai lieviti particolari. ''Ci sono iniziative simili che altri birrifici hanno fatto, più per provocazione che per produrre birra di qualità, anche se poi è stata commercializzata, trainata dalla curiosità'' hanno spiegato gli operatori di Fermento Birra , network specializzato sulla birra di qualità. In Italia ad esempio è già possibile bere una ''Beard beer'' prodotta dal birrificio americano Rogue con i lieviti prelevati della barba del birraio. Batteri di pizza surgelata e banconote invece sono utilizzati da due birrifici, l’americano Evil Twin e il norvegese Lervig per la ''Big Ass Money Stout''. La birra vaginale sembra l’ennesima trovata marketing di produttori che non sanno più cosa inventarsi nella giungla delle birre artigianali. D'altronde i batteri  crescono dappertutto e diciamolo, poteva capitare anche di peggio. Tra l’altro, per dovere di cronaca, i lieviti saranno selezionati da ''donatrici'' sottoposte ad un rigido protocollo per evitare alterazioni ''aromatiche'' della ''bernarda'', anche se la birra non avrà il gusto ''passerina'',  del quale peraltro non è necessario bere una birra per saggiarne il sapore. La birra, secondo i produttori, ha solo lo scopo di ''catturare'' l’essenza della femminilità. ''She is into the bottle, literally'' il claim di una delle pubblicità, tradotto ''lei è nella bottiglia, letteralmente''. Non ci convince, ma tant'è. Siamo davvero curiosi di sapere come la definiranno i beer sommelier nelle loro degustazioni. Prezzo wholesale (all'ingrosso) circa 5 euro, non molto economica considerati poi i ricarichi medi. ''Ogni donna ha la sua fortuna e ce l'ha tra le gambe'' come diceva in tempi non sospetti Honorè de Balzac.

Vino Nobile di Montepulciano: il Consorzio rinnova la partnership con Monte Paschi di Siena

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Rinnovato il sostegno di Banca Monte dei Paschi di Siena ai produttori del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano. Il pacchetto di misure è stato creato specificatamente per le esigenze della filiera vitivinicola, uno dei simboli della produttività e dello stile italiano che trova in Toscana e a Montepulciano in particolare uno dei suoi centri di eccellenza. Tra le misure previste dall'accordo un conto corrente dedicato, e linee di finanziamento specifiche per: impianto e reimpianto di vigneti, invecchiamento vini, acquisto di macchine per la gestione del vigneto (quali cimatrici, spollonatrici, legatrici eccetera) e per l’attrezzatura di campagna e cantina (vasi vinari come botti e tini, pompe, filtri, attrezzatura minuta eccetera), anticipo di spese di produzione. "Il sostegno alle imprese del territorio è una delle missioni di Banca Mps - commenta Riccardo Parrini, direttore territoriale mercato di Chiusi di Banca Mps - La presenza di imprenditori agricoli e vitivinicoli è fondamentale per dare valore all’economia locale perché costituisce un presidio di sviluppo e rappresenta un biglietto da visita culturale tra i più appetiti dai consumatori che sanno apprezzare il legame tra prodotti e territorio. Il mercato del vino in particolare richiede prodotti di sempre maggior qualità e le misure individuate da Banca Monte dei Paschi sono pensate in un’ottica di sostegno all’innovazione per un mercato attivo ed esigente". "Una collaborazione che ormai prosegue in maniera proficua da diversi anni quella con una delle banche che più rappresentano il nostro territorio nel mondo - afferma il presidente del Consorzio del Vino Nobile, Andrea Natalini - in questi anni le misure che abbiamo concordato con Banca Mps sono state apprezzate dai nostri soci e siamo convinti che per il futuro questa partnership possa svilupparsi in maniera sempre più efficace per sostenere la continua evoluzione delle cantine del Vino Nobile di Montepulciano".

Il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano nasce nel 1965 con l'obiettivo di tutelare e promuovere l'immagine del Vino Nobile di Montepulciano in Italia e nel mondo e, successivamente, anche quella del Rosso e del Vin Santo. Con ben 50 anni di storia, il Consorzio vanta al suo interno oltre 250 viticoltori associati, che rappresentano oltre il 90% della superficie vitata, ovvero quasi la sua totalità. Gli imbottigliatori soci sono 75 su un totale di circa 90. Ogni anno si producono in media circa 8 milioni di bottiglie di Vino Nobile, l'80% delle quali viene venduto nei Paesi Esteri, in particolare Germania e Stati Uniti. Quello del Vino Nobile è un vero e proprio patrimonio per il territorio, con un valore di circa cinquecento milioni di euro tra valori patrimoniali, fatturato e produzione. Una cifra importante per un territorio nel quale su 16.500 ettari di superficie comunale, 2.000 ettari sono vitati, ovvero il 16% circa del paesaggio comunale è caratterizzato dalla vite. Proprio per questo connubio importante tra il Vino Nobile ed il Suo territorio, il Consorzio ed i suoi produttori sono parte attiva nella vita del paese, come dimostra l'impegno del Progetto Fortezza dove a brevissimo saranno trasferiti gli Uffici e la nuova grande EnoOliteca del Consorzio del Vino Nobile.

Terre Siciliane Igt Nerello Mascalese Nuttata Cantine Madaudo

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Se non conoscete o non avete mai provato un Nerello Mascalese, il prodotto di cui stiamo per parlarvi potrebbe fare al caso vostro. Un vino a denominazione Terre Siciliane Igt Nerello Mascalese linea Nuttata, prodotto dalle Cantine Madaudo di Villafranca Tirrena in provincia di Messina, è finito sotto la nostra lente di ingrandimento. Come il nome di fantasia del prodotto ''Nuttata'' in un certo senso, per dirla alla Eduardo, ''adda passà a nuttata''  dal punto di vista olfattivo: il prodotto è un po' timido ad aprirsi tra note di frutti rossi e spezie dolci vanigliate tipiche di vini che hanno fatto un passaggio in legno. Il colore un bel rosso rubino con unghia granata, limpido e poco trasparente. Decisamente più accattivante in bocca che al naso, con la frutta dominante in un gusto rotondo ed equilibrato. Un vino semplice, di media struttura, con una buona freschezza ed un tannino vitale. Il sapore è asciutto ed austero ed il retrogusto amarognolo di discreta persistenza. Un vino di pronta beva, da consumare al massimo nel giro di due anni. La classica bottiglia acquistata con un scetticismo dato il posizionamento prezzo che però conferma, che tra i prodotti Igt, dimenticati anche nei corsi per sommelier, dove a stento vengono citati (Supertuscan a parte) ci possono essere vini e vitigni di un certo interesse. Anche questa è la gdo, la possibilità di provare a prezzi contenuti dei prodotti ed eventualmente alzare il tiro se il prodotto incontra il proprio gusto. Un vino con un ottimo rapporto qualità prezzo, che va servito a 18-20 gradi e si abbina ottimamente a piatti con carni rosse e formaggi maturi.

LA VINIFICAZIONE
Prodotto con uve 100% Nerello Mascalese, vitigno principe della provincia di Catania che si trova comunque diffuso su tutta l'isola anche a piede franco. Si può trovare vinificato in purezza o in blend con altre uve. Se vinificato in assenza di vinacce dà anche origine alla ''pesta di botte '' tipica della zona dell'Etna. Le uve, che provengono da vigneti di Sambuca in provincia di Agrigento, dopo la diraspatura vengono messe a macerare e fermentare per 8-10 gg a temperatura controllata. La fermentazione malolattica viene svolta in vasche d'acciao, dove si svolge una parte della maturazione. Il Terre Siciliane Igt Nerello Mascalese Nuttata viene affinato  per circa 6 mesi in barrique ed ulteriori 3/4 mesi in bottiglia prima della messa in vendita. Le Cantine Madaudo nascono nel 1945 e da 70 anni si pongono l'obiettivo di estrarre il massimo della qualità dalle fertili terre di Sicilia. Obiettivo che perseguono con una cantina altamente tecnologica, fiore all'occhiello dell'enologia Siciliana ed anche con testimonial di eccezione come Mariagrazia Cucinotta,  madrina della raffinata linea Manta d'Oro.
 
Prezzo Pieno: 2,99 euro
Acquistato presso: Tigros / Simply Market /Auchan / Agorà

Peperosso Calabria Igp 2014, Cantine Spadafora

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Grafica accattivante, così come il nome di fantasia. Peperosso Calabria Igp Cantine Spadafora, blend tra Magliocco di Donnici e Merlot, fa bella mostra di sé nel 'fuori banco' di un noto ipermercato milanese, nel reparto macelleria. Sull'etichetta, uno dei simboli della Calabria: il peperoncino, raffigurato a ventaglio. Potevamo non cadere in tentazione? Eccoci dunque a degustare Peperosso, con il consueto scetticismo col quale ci accostiamo a vini che sembrano strizzare un po' troppo l'occhio a un marketing accattivante. E, soprattutto, un prezzi che rasenta il sottocosto. Nel calice, Peperosso Calabria Igp 2014 Spadafora si presenta di un rosso rubino con unghia violacea poco trasparente, intenso, scorrevole. Al naso sentori mediamente fini di frutta rossa: ribes, lampone, ciliegia sotto spirito. Eppure in bocca il corpo è leggero, così come l'alcolicità. Rotonda la morbidezza, scarna l'acidità e la sapidità. Anche il tannino è soffuso, contribuendo a un quadro di sostanziale equilibrio, che si gioca tutto sulla semplicità e facilità della beva. La corrispondenza olfatto-gusto è evidente e si basa sulle note fruttate già avvertite al naso. Retro olfattivo invece sorprendente per la sufficiente persistenza (fino a 8 secondi, per intenderci), nuovamente giocata sui frutti rossi. L'abbinamento consigliato da Spadafora per Peperosso Calabria Igt è quello con i piatti e i salumi piccanti della tradizione calabrese: il Morzello catanzarese o la Nduja di Spilinga, gli insaccati saporiti come la Sopressata del Cosentino. Ecco dunque spiegato il gioco grafico (e commerciale) del mazzo di peperoncini a ventaglio. In realtà, questo vino può facilmente travalicare i confini della cucina regionale di Calabria, giungendo sulle tavole di tutta Italia come vino rosso pulito, sano (alcolicità e solfiti ben dosati) e di facile beva, da consumare decisamente a tutto pasto, certamente non nelle grandi occasioni.
 
LA VINIFICAZIONE
Di Peperosso Calabria Igp sono state prodotte 30 mila bottiglie, in occasione della vendemmia 2014. Il territorio d'origine delle uve Magliocco e Merlot è quello di Donnici, con selezionate e raccolta a mano. Le vigne vengono allevate ad alberello, con resa media ridotta volutamente a 80 quintali di uva per ettaro. La vendemmia ha luogo da fine settembre a metà ottobre. La vinificazione prevede pressatura soffice, successiva macerazione prefermentativa a freddo, tale da estrarre gli aromi verietali, il colore e le componenti polifenoliche più morbide. La fermentazione ha luogo in acciaio, con temperature controllate, così come l'affinamento iniziale, per una durata di 6 mesi. Segue poi un ulteriore periodo di affinamento in bottiglia, che precede la commercializzazione. Le Cantine Spadafora, che si occupano anche dell'imbottigliamento di Peperosso, hanno sede dal 1991 nella zona industriale di Piano Lago, frazione del Comune di Mangone, provincia di Cosenza. Nasce in realtà a Donnici, un paesino sulle colline a sud di Cosenza, nel 1915. In questa piccola struttura il capostipite dell'azienda, Ippolito Spadafora, commercializzava i vini sfusi prodotti dagli agricoltori della zona. Oggi, le uve conferite si aggiungono a quelle prodotte nei 40 ettari di proprietà dell'azienda, collocata su un'area complessiva di 20 mila metri quadrati, di cui 3 mila sono coperti.
 
Prezzo pieno: 3,95 euro
Acquistato presso: Iper la Grande I (Finiper)

Prosecco Conegliano Valdobbiadene Docg, meno "chimica" nel nuovo protocollo

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Prosecco Docg sempre più sicuro e meno "chimico" nei 15 comuni dell'area Conegliano-Valdobbiadene. Il nuovo protocollo vinicolo 2016, presentato dal presidente del Consorzio, Innocente Nardi, toglie infatti dall'elenco delle circa 50 molecole - comunque autorizzate dalle normative nazionali ed europee - altre sette sigle, oltre alle sette rimosse lo scorso anno, e tutto questo al fine di rendere la coltivazione della vite la più sostenibile possibile in un'area peraltro caratterizzata da una fra le più alte antropizzazioni. L'obiettivo, è stato spiegato, è anche quello di far partecipe la comunità che abita sul territorio della consapevolezza ambientale degli addetti ai lavori e di come questi valori contribuiscano a rendere riconoscibile ed apprezzato nel mondo un prodotto diventato il simbolo della pedemontana trevigiana. A collaborare con il Consorzio al monitoraggio, da alcuni anni, c'è anche l'Agenzia regionale per l'ambiente (Arpav), la quale, dal 2003, controlla la vendita delle sostanze normalmente usate nella fitosanitaria in ciascuna delle Usl del Veneto. Una molecola chiamata Macozeb, ad esempio, fra le più utilizzate in agricoltura, nelle aree di coltivazione del Prosecco, cioè nelle Usl n. 7 e n. 8, in cinque anni è risultata essere stata acquistata in quantità dimezzate, segnale della buona adesione dei coltivatori alle indicazioni fornite dai disciplinari. (foto: Ansa)
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