In programma oggi e domani a Copenaghen ''De italienske vindage'' la più importante kermesse danese dedicata ai vini italiani che dal 2002 è annualmente occasione di incontro tra i maggiori importatori locali e produttori italiani di diverse regioni. Duecento i vini proposti in assaggio con presenza, tra gli ospiti d'onore del Consorzio Lugana Doc. L' istituto, è nato nel 1990 e da sempre si fa promotore del marchio Lugana, in Italia e nel mondo. Il Lugana Doc, prodotto con uve Turbiana è un vino profumato a tutto pasto che incontra da sempre il gusto estero, in particolare dei tedeschi che assorbono il 40% del 75% della produzione che va tutta sui mercati esteri. L'annata 2015, considerata ottima è stata recentemente presentata a Lazise. La partecipazione del Consorzio Lugana Doc ha proprio come obiettivo l’incremento della presenza dei propri vini sulle tavole nordeuropee che la apprezzano molto più del Belpaese. Alla manifestazione, in partnership con il Consorzio Lugana, sarà presente anche il Consorzio di promozione "Garda Lombardia". Un copione che si ripete in vari eventi, una partnership volta a consolidare il Lago di Garda come destinazione turistica, enogastromica e non, un mercato che vale già oggi oltre 3.600.000 di presenze per una spesa turistica di 352mila euro. L'evento e' organizzato dal gruppo "Ekstra Bladet", uno dei piu' influenti magazine di politica e costume del Paese.
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Il Consorzio Lugana Doc atterra a Copenaghen
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La Capitanata dei vini della Daunia è pronta per il Vinitaly
Si è tenuto giovedì 31 Marzo un incontro presso la Sala Giunta di Palazzo Dogana della Provincia di Foggia, tra i rappresentanti delle principali aziende vinicole di Capitanata aderenti al Movimento Turismo del Vino Puglia, gli esponenti politici locali, le imprese vinicole e le associazioni di categoria per raccontare lo stato dell’arte e gli obiettivi da perseguire nella promozione del vino di Capitanata anche al Vinitaly. Una manifestazione ritenuta un'occasione imperdibile per incontrare i compratori e gli addetti del settore, ma anche per promuovere il territorio, parlare delle proprie eccellenze e del duro lavoro svolto per produrre qualità, degli investimenti fatti palcoscenico ideale per essere ambasciatori del territorio di Capitanata, da sempre a vocazione agricola, un territorio che grazie al San Severo rosso, rosato e bianco si fregia del riconoscimento DOC, la prima in Puglia e tra le prime in Italia, già dal 1968. Obiettivi ambiziosi che si possono raggiungere solo facendo squadra. ''Solo insieme possiamo vincere la battaglia con i competitor mondiali, non dobbiamo avere paura del nostro vicino, ma dobbiamo collaborare. Al Vinitaly saremo uniti per competere con il mondo'' ha spiegato Donato Giuliani della sanseverese Cantine Teanum. I produttori punteranno su Nero di Troia e spumanti. ''Proprio adesso che l’asse produttivo sembra spostarsi dalla quantità alla qualità, con la competizione accesa nei confronti dei rinomati vini del Nord, serve saper trasmettere questo valore aggiunto del prodotto dauno. Il Primitivo e il Negramaro hanno raggiunto la fase matura del proprio mercato, adesso il prodotto in ascesa in Puglia è il Nero di Troia e su questo bisognerà puntare'' ha affermato il presidente della Camera di commercio, Fabio Porreca. Lucio Pistillo, direttore dell' Antica Cantina ha inoltre spiegato che nonostante a San Severo ci siano la gran parte dei 9mila ettari di Montepulciano della Puglia, non è possibile indicarlo in bottiglia. Potrebbero puntare su uno dei vini più venduti al mondo ma le regole lo impediscono e non si possono informare i consumatori. ''Chi vende vino all’estero sa benissimo che bisogna dare un nome ed un cognome al prodotto, altrimenti non c’è mercato'' ha commentato. Gianni Ciampi delle Cantine Passalacqua è invece intervenuto sul tema delle produzioni biologiche.''Stiamo tornando al passato puntando sul Nero di Troia e sul Bombino senza nessun tipo di additivo chimico. Facciamo il vino a fermentazione naturale come i nostri nonni. Il mercato italiano ha già riconosciuto la bontà di questa operazione, se è vero che l’80 per cento della produzione è venduta sul territorio nazionale e solo il 20 per cento all’estero prima o poi tutte le cantine seguiranno questa strada'' ha commentato. Relativamente al discorso bollicine, la Cantina D’Araprì di San Severo ha già ottenuto risultati importanti nella spumantizzazione. Alberto Longo, proprietario Azienda Agricola Alberto Longo è pronto invece a lanciare il suo primo metodo classico e si è espresso molto fiducioso sulle prospettive future, ci sono i margini per creare addirittura un distretto dello spumante, a favore del quali si sono anche schierati i sommelier della Capitanata.
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''Sideways in viaggio con Jack'' versione Langhe è quasi realtà
A distanza di dodici anni dall’uscita del famoso film ''Sideways, in viaggio con Jack'' potrebbe arrivare la versione italiana. A realizzare il film potrebbe essere Paolo Damilano, timoniere della omonima cantina di La Morra inseme al fratello Mario e al cugino Guido. Damilano è uno dei 101 produttori selezionato per OperaWine, l’evento che sabato 9 aprile aprirà il Vinitaly di Verona, nonché presidente di Film Commission Torino Piemonte la fondazione che ha portato nella regione più di 900 set grazie a incentivi e sconti fiscali. L'imprenditore ha annunciato l’idea di acquistare i diritti per realizzare una versione europea del film
con un possibile produzione italo cinese ed anche una fiction sulle Langhe. ''Il vino è un essere vivente. Amo immaginare l’anno in cui sono cresciute le uve di un vino. Se c’era un bel sole…Se pioveva. E amo immaginare le persone che hanno curato e vendemmiato quelle uve. Se è un vino d’annata, penso a quante di loro sono morte. Mi piace che il vino continui ad evolversi. Mi piace pensare che se apro una bottiglia oggi, avrà un gusto diverso da quello che avrebbe se l’aprissi un altro giorno. Perché una bottiglia di vino è un qualcosa che ha vita. Ed è…in costante evoluzione e acquista complessità. Finchè raggiunge l’apice…''Una delle frasi più celebri tratte da quel film, addirittura utilizzata nei corsi per sommelier per provare a spiegare cos'è il vino. Il Pinot Nero, ossessione di Miles, potrebbe diventare un Barolo. Già all’epoca dell’uscita del film che ebbe un enorme successo, si registrarono aumenti delle vendite di Pinot nero e incremento dell'enoturismo in California, Tiziana Frescobaldi dell'omonima cantina aveva dichiarato che era un film che sarebbe stato possibile realizzare anche in Toscana, Piemonte o Sicilia. Un’opportunità considerata allora persa che oggi potrà realizzarsi tra le dolci colline delle Langhe.
con un possibile produzione italo cinese ed anche una fiction sulle Langhe. ''Il vino è un essere vivente. Amo immaginare l’anno in cui sono cresciute le uve di un vino. Se c’era un bel sole…Se pioveva. E amo immaginare le persone che hanno curato e vendemmiato quelle uve. Se è un vino d’annata, penso a quante di loro sono morte. Mi piace che il vino continui ad evolversi. Mi piace pensare che se apro una bottiglia oggi, avrà un gusto diverso da quello che avrebbe se l’aprissi un altro giorno. Perché una bottiglia di vino è un qualcosa che ha vita. Ed è…in costante evoluzione e acquista complessità. Finchè raggiunge l’apice…''Una delle frasi più celebri tratte da quel film, addirittura utilizzata nei corsi per sommelier per provare a spiegare cos'è il vino. Il Pinot Nero, ossessione di Miles, potrebbe diventare un Barolo. Già all’epoca dell’uscita del film che ebbe un enorme successo, si registrarono aumenti delle vendite di Pinot nero e incremento dell'enoturismo in California, Tiziana Frescobaldi dell'omonima cantina aveva dichiarato che era un film che sarebbe stato possibile realizzare anche in Toscana, Piemonte o Sicilia. Un’opportunità considerata allora persa che oggi potrà realizzarsi tra le dolci colline delle Langhe.
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Collisioni di vino: Verdicchio e Barolo, gemellaggio a Vinitaly 2016
Un gemellaggio inedito tra i grandi produttori del vino bianco più premiato d'Italia, il Verdicchio, e quelli del "Re dei vini", il Barolo, in partnership con il festival agrirock Collisioni (lunedì 11 aprile, ore 11). Due indagini Nomisma-Wine Monitor, "Consumi & brand awareness dei vini italiani" e "Il valore socioeconomico del vino e dell'agroalimentare nelle Marche", che saranno presentate lunedì 11 aprile a partire dalle ore 12. Un sodalizio rinnovato, quello con l'artista marchigiano Neri Marcorè (in fiera l'11 aprile), e uno nuovo con Il Sole 24 Ore e Food24, in diretta dal Vinitaly tutti i giorni dallo stand delle Marche. Queste le novità per il 50° Vinitaly messe in campo dall'Istituto Marchigiano di Tutela Vini - IMT (780 soci per 16 denominazioni, rappresentando l'82% dell'export dei vini regionali) che dal 10 al 13 aprile partecipa alla fiera con una collettiva di 99 aziende presenti nello stand della Regione Marche (Pad 7, C 6/7/8/9). "Ci presentiamo quest'anno al Vinitaly con un programma denso di attività e ricco di nuove 'contaminazioni' e partnership - evidenzia Alberto Mazzoni,direttore dell'Istituto Marchigiano di Tutela Vini - da quella con il vino simbolo dei grandi rossi italiani e con una delle manifestazioni culturali più accreditate del momento, Collisioni, a quella con Il Sole 24 Ore e Food 24, che prevede due dirette al giorno dallo stand della Regione Marche, appuntamenti live e approfondimenti sul Vinitaly. Fino al 13 aprile inoltre sono previsti numerosi passaggi spot con i vini delle Marche su Radio 24".
Tornano per il 2016 gli assaggi liberi in terrazza con circa 190 etichette del consorzio, dal Verdicchio al Bianchello del Metauro, dal Rosso Conero alla Vernaccia di Serrapetrona, dal Colli Maceratesi al Colli Pesaresi, dalla Lacrima di Morro d'Alba al Pergola. Vinitaly sarà anche l’occasione per fare il punto sul polo enogastronomico regionale Food Brand Marche e sul valore dell'agroalimentare nell’economia regionale con l'indagine "Il valore socioeconomico del vino e dell’agroalimentare nelle Marche" di Denis Pantini, responsabile Wine Monitor di Nomisma che sarà presentata l'11 aprile alle 12:30 nello stand della Regione. All'evento parteciperanno la vicepresidente e assessore all'Agricoltura Regione Marche, Anna Casini, lo chef stellato e ambasciatore di Food Brand Marche, Moreno Cedroni, il giornalista enogastronomico Carlo Cambi, il direttore dell'Istituto Marchigiano di Tutela Vini e di Food Brand Marche, Alberto Mazzoni, il vicepresidente dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini, Antonio Centocanti. A seguire gli assaggi Food Brand Marche firmati dallo chef Errico Recanati (1 stella Michelin).
Tornano per il 2016 gli assaggi liberi in terrazza con circa 190 etichette del consorzio, dal Verdicchio al Bianchello del Metauro, dal Rosso Conero alla Vernaccia di Serrapetrona, dal Colli Maceratesi al Colli Pesaresi, dalla Lacrima di Morro d'Alba al Pergola. Vinitaly sarà anche l’occasione per fare il punto sul polo enogastronomico regionale Food Brand Marche e sul valore dell'agroalimentare nell’economia regionale con l'indagine "Il valore socioeconomico del vino e dell’agroalimentare nelle Marche" di Denis Pantini, responsabile Wine Monitor di Nomisma che sarà presentata l'11 aprile alle 12:30 nello stand della Regione. All'evento parteciperanno la vicepresidente e assessore all'Agricoltura Regione Marche, Anna Casini, lo chef stellato e ambasciatore di Food Brand Marche, Moreno Cedroni, il giornalista enogastronomico Carlo Cambi, il direttore dell'Istituto Marchigiano di Tutela Vini e di Food Brand Marche, Alberto Mazzoni, il vicepresidente dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini, Antonio Centocanti. A seguire gli assaggi Food Brand Marche firmati dallo chef Errico Recanati (1 stella Michelin).
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Francesco Quarna, il "Nebbiolo addicted" di Radio Deejay
E alla fine t'accorgi che ha ragione lui. Il "primitivista", "montagnard" e "nebbiolista", come ama definirsi su Twitter, Francesco Quarna. T'accorgi che - parafrasando Andreotti - il vino annoia, chi (la passione) non ce l'ha. Ma noi sì. Eccome. Ed è per questo che incontriamo negli studi di Radio Deejay, in via Massena 2 a Milano, un nostro follower d'eccezione: il web content manager Francesco Quarna, per l'appunto. Fatecela
tirare un po', adesso, da dietro la tastiera, mentre stendiamo il testo di quest'intervista. Perché al Deejay Building le gambe tremavano, di quel tremore tipico di chi ha la fortuna di entrare a piè pari in un sogno. Radio Deejay è da una vita la nostra radio di riferimento. E toccarla con mano non è "roba" da poco. Francesco ci accoglie con un bel tour dell'edificio. Per lui abbiamo incartato a dovere una bottiglia di Grumello Valtellina Superiore Docg Mamete Prevostini. Un 100% Nebbiolo, con cui contiamo di fare centro con Quarna, grande amante del Nebbiolo in purezza.
Francesco, per i più sbadati: qualcosa su di te
Francesco, per i più sbadati: qualcosa su di te
Nella mia vita ho sempre fatto solo radio, prima come fonico, poi come deejay, poi nell'ufficio Musica. Sono a Radio Deejay dal 2003, dove oggi ricopro il ruolo di caporedattore e social manager, oltre a seguire la parte di programmazione musicale di "Tropical Pizza". Ho una compagna di lungo corso e una bimba di 4 anni, che si chiama Giuditta. Loro sono la mia prima passione. Poi vengono musica, vino e montagna.
Da buon piemontese, allora, non ti manca nulla "sotto casa"
Esattamente. Sono originario di un paese che si chiama Ghemme. E la mia famiglia è proprio originaria del Piemonte, tra Vercelli e Novara. Sono cresciuto lì, con un forte legame alla terra. I miei nonni hanno sempre avuto dei piccoli appezzamenti di terra, coltivati a vite. Si sono sempre fatti il vino da soli, per uso e consumo personale. Esser cresciuto in una zona che ha vissuto e sta vivendo un revival enologico, mi gasa molto! Ci sono un sacco di produttori giovani, che stanno innalzando il livello del vino dell'Alto Piemonte, conosciuto altrimenti soprattutto per le Langhe. Da amante di Cesare Pavese, vivo quotidianamente questa dicotomia tra città e paese: trascorro cinque giorni a settimana a Radio Deejay e, negli altri due, avverto il bisogno di tornare a casa, tra le vigne, a fare danni! Ho proprio bisogno di respirare, di vedere orizzonti. Se non vedo il Monte Rosa almeno una volta a settimana mi manca proprio l'aria, il fiato...
Dal paesello della provincia piemontese alla metropoli milanese: uno shock?
La città è una figata e la radio è un mondo meraviglioso, che mi ha dato da vivere e regalato un sacco di soddisfazioni. Però, diciamo che le radici affondano nei suoli fluvioglaciali di Ghemme, piuttosto che nell'asfalto cittadino.
Ti definisci "primitivista", "montagnard" e "nebbiolista": qual è il fil rouge?
"Primitivista" per il mio legame fortissimo con la natura, nel solco tracciato da filosofi e poeti come Ralph Waldo Emerson, che si sono esplicati poi in opere come "Walden ovvero vita nei boschi" di Henry David Thoreau. Tutti temi ripresi poi da Mario Soldati nel Novecento: natura, contemplazione. Di lì il passo è breve verso l'altra definizione, "montagnard": amo andare in montagna, sono un alpinista di serie b! "Nebbiolista" perché sono cresciuto bevendo Nebbiolo: secondo me, e non solo secondo me, è il vino più elegante del mondo, oltre ad avere un modo eccezionale di leggere il terreno e di trasferire nel bicchiere quello che c'è nella terra. Il richiamo del suolo, insomma, è sempre presente dentro me. E' questo il filo conduttore.
E se non fossi nato in Piemonte?
Beh, certamente mi sarebbe piaciuto nascere in Borgogna! Ma so di poter risultare prevedibile con questa risposta, quindi aggiungo anche Nuova Zelanda, dove fanno dei Sauvignon incredibili.
Che fai? Tradisci il Nebbiolo?
E' un altro tipo di vino, ma bevo anche i bianchi. Mi piacciono quelli molto minerali, il Riesling in particolare. Da buon piemontese aggiungo l'Erbaluce. Vini comunque scarichi di colore, freschi, modello Reno, dove senti tanto la nota minerale, la pietra focaia.
Un vino fatto "in casa", blend tra vari autoctoni piemontesi come Nebbiolo, Uva Rara e Vespolina. Se devo invece scegliere un vino per il sabato sera o nelle occasioni, si tratta sicuramente di Nebbioli da invecchiamento: Ghemme, Gattinara, Carema, Valtellina, Nebbioli delle Langhe. Tutti vinificati in botte grande, evoluti, dagli 8 anni in su. Quest'anno sto bevendo il 2007-2008. L'ultimo vino aperto è un Barbaresco 2009, pensando fosse pronto vista l'annata calda. Invece probabilmente un paio d'anni ancora in bottiglia gli avrebbero fatto bene. In ogni caso bevo sempre in compagnia.
Quale vino regali, invece?
Di solito cerco di fare da ambasciatore della mia terra, cambiando di volta in volta produttore. Quindi regalo dei Ghemme, dei Gattinara, dei Lessona, dei Bramaterra. Mi è capitato una volta di regalare un ottimo Barolo e di sentirmi dire che faceva schifo: la persona a cui lo avevo donato non era un intenditore e lo ha stappato ad agosto. Accompagnandolo con un piatto di pasta! In generale, il vino ce l'ho sempre con me. Se mi capita di fare dei viaggi in treno porto spesso una bottiglia delle mie parti, per fargli respirare un'aria diversa. Perché il vino cambia in base a dove si trova. Ricordo ancora il Boca bevuto sull'Alpe Sattal, un rifugio a oltre 2 mila metri situato nella zona di Alagna Valsesia, gestito dal mio amico Jo. Aveva tutto un altro sapore rispetto a quello a cui siamo abituati giù in paese.
Acquisti vini al supermercato?
Sì, certo. Ma se acquisto, la condizione essenziale è che siano vini imbottigliati all'origine. Cerco sempre questa formula: "all'origine". Altrimenti non acquisto. Mi dà sicurezza questa dicitura, forse perché mi dà l'idea che ci sia un coinvolgimento maggiore da parte del produttore - viticoltore. Altro criterio di acquisto sono le offerte: ma cerco di non scendere mai sotto la soglia dei 5 euro, a meno che non si tratti di un'offerta al 50%. D'altro canto non supero mai 15 euro a bottiglia. E cerco di stare local. Apprezzo infatti molto le catene che hanno una selezione di vini locali dichiarata, come Tigros e Carrefour, per fare due esempi.
Qual è la catena della Gdo che più ti soddisfa?
Sicuramente Coop, che in alcuni punti vendita ha addirittura una cantinetta dedicata ai vini del posto, separati dal resto dell'enoteca del supermercato. Ma mi trovo bene anche con Esselunga, che ha un bell'assortimento.
Che cos'è per te il vino?
Il vino è un veicolo emozionale, molto efficace, un po' come la musica. Ha una capacità incredibile di raccontare una storia attraverso i sensi. Il vino è cultura, ha un qualcosa da dire. E' complesso da realizzare: può vantare una componente di terreno, clima e uomo che nessun'altra cosa ha. E in più riesce a far leva sui sensi, colpendoti dritto alla pancia, al cervello. Il vino, se è buono, te lo ricordi. Ha una potenza evocativa forte. E' un'emozione. Un'esperienza multisensoriale.
Tornando alla tua terra d'origine: cosa manca all'Alto Piemonte? Quali invece i punti di forza?
Secondo me il punto debole è la difficoltà nel fare sistema. Non c'è massa critica. Ci sono troppe Doc piccole che confondono il consumatore, spesso figlie di campanilismi incredibili. Fosse per me, in zona esisterebbero solo tre Docg: Ghemme, Gattinara, Boca. Il resto, con buona pace dei miei amici produttori di Sizzano, Fara, Bramaterra, Coste della Sesia, Colline Novaresi... Farei un conto unico, creando una Doc "Alto Piemonte". Punto di forza dell'enogastronomia piemontese potrebbe poi essere il connubio riso-vino. Abbiamo picchi di qualità ed eleganza che non hanno eguali in Italia nel vino. E il riso cresce praticamente solo lì in Italia, con la Dop della Baraggia Biellese e Vercellese. Si potrebbe partire da questo punto di forza per costruire attorno il resto. E dal canto mio, con gli amici Mauro e Marco, ho di recente fondato un sito, altropiemonte.it, che parla proprio di questa zona straordinaria ma ancora poco conosciuta, pur essendo distante pochi chilometri da Milano, da Malpensa e da Torino.
Il rapporto di Milano con il vino?
C'è ancora molto da fare. E' una piazza che, secondo me, andrebbe ancora evangelizzata. Si parla un po' troppo per sentito dire. Non si fa cultura. Va tutto ad ondate, in base alla moda del momento: Morellino, Nero D'Avola, ora Prosecco. Ma il primo passo dovrebbe essere quello di calmierare i prezzi. Non è possibile trovare calici di modesti Dolcetto a 6,50 euro al calice. Le liste dei vini, del resto, sono troppo omologate tra loro. Secondo me si dovrebbe bere più local: puntare sull'Oltrepò Pavese, oppure sull'altra Doc, quella vera e propria milanese, che è la San Colombano. La 'Milano da Bere', beve. Ma non bene. A Torino si beve decisamente meglio.
E a Radio Deejay, chi beve oltre a Francesco Quarna?
Dj Aladyn e Nikki, i due colleghi con cui condivido "Tropical Pizza". Nikki è uno da barrique e litighiamo sempre su questa cosa. A lui piacciono i vini belli 'tostati', californiani, quelle cose lì. Chi beve peggio? Meglio non dirlo!
Dj Aladyn e Nikki, i due colleghi con cui condivido "Tropical Pizza". Nikki è uno da barrique e litighiamo sempre su questa cosa. A lui piacciono i vini belli 'tostati', californiani, quelle cose lì. Chi beve peggio? Meglio non dirlo!
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Crif Ratings: il comparto del vino italiano? Candidato ideale per le obbligazioni garantite
Con l'inasprirsi delle condizioni di accesso al credito bancario, negli ultimi tre anni si è assistito in Italia all'emergere di forme alternative di finanziamento per le imprese di piccola e media dimensione. Di particolare interesse è il mercato obbligazionario domestico (c.d. minibond), che offre strumenti di breve e lungo termine particolarmente adeguati alle esigenze delle piccole e medie realtà del settore manifatturiero, agroalimentare compreso. "Ad oggi - evidenzia Paolo Bono, Associate presso l'agenzia di rating emiliana Crif Ratings - restano tuttavia numericamente poche le Pmi del settore Food & Beverage che hanno intrapreso la strada dei minibond. Tutto ciò al cospetto dell'enorme potenziale di emissione per un settore, dove molte produzioni merceologiche sono oggetto di maturazione, invecchiamento e stagionatura, attività che sottintendono una rilevante immobilizzazione di capitale circolante e dove è forte l’esigenza di debito a medio lungo termine". L'elevato valore di magazzino che contraddistingue alcuni segmenti dell'agroalimentare si presterebbe a forme innovative di garanzia, simile nel contenuto all'emissione, realizzata nel gennaio 2016 della cooperativa modenese che a garanzia dell'obbligazione ha offerto le proprie forme di Parmigiano-Reggiano. Si tratta di un precedente che, nel prossimo futuro, potrebbe replicarsi anche in altri segmenti dell’agroalimentare caratterizzati da magazzini particolarmente pregiati. "Il candidato ideale - aggiunge Paolo Bono - è il settore del Wine che per diverse ragioni appare un segmento molto interessante per lo sviluppo di finanziamenti alternativi al prestito bancario. In questo comparto, il tessuto imprenditoriale è costituito quasi esclusivamente da piccole e medie imprese; allo stesso tempo il posizionamento di prezzo e il livello dei margini unitari risultano positivamente correlati con l'offerta di vini invecchiati che alimentano il valore delle rimanenze e necessitano di una pianificazione finanziaria di medio e lungo periodo".
I NUMERI DELLE AZIENDE DEL VINO
Come mostra la tabella, sono stati analizzati i numeri di grande imprese del vino in Italia. Da Ferrari a Masi, da Berlucchi a Santa Margherita, passando per Duca di Salaparuta, Sella e Mosca, Frescobaldi e Antinori. Osservando le prime 15 imprese italiane per marginalità unitaria, per circa l'80% di esse il peso del magazzino rispetto al fatturato è superiore al 50%, una circostanza che si spiega con la focalizzazione produttiva su vini affinati che, prima di essere veicolati sul mercato, alimentano il valore degli stock per più esercizi. Rare sono invece le aziende che pur registrando ottime marginalità rilevano un valore delle rimanenze non particolarmente elevato: si tratta di imprese con una forte notorietà e reputation del proprio brand aziendale sui mercati esteri, una politica sostenibile solo dalle pochissime realtà che possono sostenere ingenti investimenti promozionali. In questo contesto, le strategie aziendali volte ad un riposizionamento verso l'alto sul fronte dei prezzi di vendita e dei margini unitari spesso si traducono nel potenziamento dei processi e delle strutture di affinamento. La riqualificazione del portafoglio prodotti verso vini invecchiati ha un notevole impatto sull'equilibrio finanziario delle imprese e soprattutto sul ciclo di generazione di cassa. L'esborso per i necessari investimenti insieme all'assorbimento di capitale circolante (aumento delle rimanenze e allungamento dei tempi di incasso rispetto al momento in cui si sostengono i costi di produzione) sono, per molte imprese, forti deterrenti ad intraprendere una strategia di diversificazione verso il prodotto pregiato. Un piano industriale che voglia perseguire questa strategia di crescita non può prescindere da una struttura di finanziamento a medio e lungo termine, sempre meno disponibile nell’offerta del sistema bancario. Da qui la valida alternativa del mercato obbligazionario. Tanto più se il valore del magazzino, che per le 15 imprese considerate supera i 400 milioni di euro nei bilanci 2014, può essere utilizzato a "garanzia" del debito e quindi a riduzione del suo costo.
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Vino, Gdo scelta vincente. Ecco i bilanci delle società vinicole: chi sale, chi sprofonda
Nel 2014, il 41,8% delle vendite nazionali delle principali società vinicole è transitato per la grande distribuzione organizzata (Gdo). L'indagine sul settore vinicolo condotta da Mediobanca su un campione di 44 società con titoli trattati in 21 Borse, non lascia spazio a interpretazioni di sorta. Si tratta della media tra il 47,2% delle cooperative e il 36,9% delle restanti società. L'incidenza della grande distribuzione è cresciuta dal 36,5% del 2002 al 51,2% del 2014. Il secondo canale per importanza è il grossista/intermediario (15,9%) seguito dall'aggregato Horeca (Hotel-Restaurant-Catering), anch'esso con incidenze differenti per cooperative (7,7%) ed altre società (21,3%). Seguono enoteche e wine bar, che coprono il 7,4% (con le cooperative al 3,6%), mentre la vendita diretta incide per poco più dell'11%, quota invariata rispetto all'anno precedente. Nell'ambito dei grandi vini, la quota più elevata è ascrivibile al canale Horeca. (40,6%), cui seguono enoteche e wine bar al 26%. La vendita diretta sale qui al 16,6%, con la grande distribuzione a quota 3,2%. Relativamente alle esportazioni prevalgono le vendite tramite intermediari importatori (otto decimi del totale), mentre il controllo della rete di proprietà permane limitato al 9,4%. I tre maggiori produttori per fatturato nel 2014 sono stati il gruppo Cantine Riunite-Giv (536 milioni di euro, +0,3% sul 2013), Caviro (314 milioni, -2,0%) e la divisione vini del Gruppo Campari (209 milioni, in calo dell'8,3% sul 2013). Seguono Antinori, che nel 2014 ha realizzato una crescita del 4,8% portandosi a 180 milioni di euro, la cooperativa Mezzacorona a 171 milioni di euro (+5%) e appaiate a 160 milioni la Fratelli Martini (+1,8%) e la Zonin (+4%). Solo una società ha realizzato un aumento dei ricavi superiore al 10%: è la forlivese Mgm, con vendite a 73 milioni (+10,1% sul 2013). Altre variazioni degne di nota hanno interessato la Ruffino (+8,4% a 81 milioni) e il Gruppo Santa Margherita (+7,8% a 110 milioni). Nell'insieme la graduatoria si mostra stabile, almeno nelle prime dieci posizioni. Alcune società hanno una quota di fatturato estero quasi totalitaria: la Botter al 96,8%, la Ruffino al 92,9%, la Masi Agricola al 90,5% e la Fratelli Martini con l'89,5%. Solo sei gruppi hanno una quota di export inferiore al 50% delle vendite.
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L'ASSETTO PROPRIETARIO
Al controllo familiare è riconducibile il 53,9% del patrimonio netto complessivo dell'aggregato oggetto dello studio Mediobanca. Tale quota si ripartisce tra controllo esercitato in modo diretto da persone fisiche (33,9%) e tramite persone giuridiche (20%). Ove si assimilino alla forma familiare le cooperative, le quali raccolgono circa 33.400 soci, si aggiunge un'ulteriore quota del 22,8% che porta il totale del patrimonio netto familiare al 76,7%. Il restante 23,3% dei mezzi propri è riferibile per il 14,1% a investitori finanziari (ed altre tipologie residuali) e per il 9,2% a società straniere. In termini assoluti, alle famiglie in senso stretto sono riconducibili mezzi propri per 1,74 miliardi di euro (1,1 miliardi in capo a persone fisiche e 0,64 miliardi a persone giuridiche), 16 alle coop per circa 0,74 miliardi di euro. I soci esteri detengono un portafoglio con valore di libro pari a 0,3 miliardi di euro. I principali soci finanziari sono così assortiti: banche ed assicurazioni con 347 milioni di euro, fondi con 38 milioni, fondazioni e trust rispettivamente con 28 e 33 milioni, fiduciarie con 11 milioni. Il rapporto con i mercati finanziari è tradizionalmente trascurabile in Italia. Solo quattro delle società considerate sono interessate alla Borsa, ma in modo indiretto, attraverso la quotazione della società controllante, che in un solo caso assume lo status di socio industriale (Davide Campari) e nei restanti quello di investitore finanziario (si tratta dei gruppi assicurativi Allianz, Generali e UnipolSai). Le banche, dopo il 17 disimpegno del Monte dei Paschi di Siena, sono assenti. Ma dal 29 gennaio 2015 è quotata all'Aim la Italian Wine Brands, controllante la Giordano Vini.

I PROFILI DEI MAGGIORI PRODUTTORI
Il maggiore sviluppo delle vendite nel periodo 2009-2013 è appannaggio della Cantine Turrini di Riolo Terme (+110,2%), seguita dalla cooperativa Cevico di Lugo (+84,6%) - entrambe, dunque, della provincia di Ravenna - e dalla Botter Di Fossalta di Piave, Venezia (+84,2%). Solo due imprese hanno subito nel periodo una flessione del giro di affari: la cooperativa La Vis di Lavis, Trento (-14,7%) e la Giordano Vini di Diano D'Alba, Cuneo (-10,7%). I margini (Margine operativo netto "Mon"/valore aggiunto), la redditività del capitale investito (roi) e quella netta (roe) collocano la Botter e la Cantine Turrini nelle posizioni di testa. Giordano Vini e La Vis hanno segnato nel 2013 una redditività netta negativa. La struttura finanziaria più solida, sempre secondo l'indagine Mediobanca, è della Banfi che ha debiti finanziari pari al 18,3% dei mezzi propri, seguita dalla Frescobaldi (20,9%) e dal Gruppo Cevico (24,7%). E' particolarmente elevato l'indebitamento della cooperativa La Vis (18 volte il rapporto), della Giordano Vini (487%) e della Cantine Brusa (372%). Solo due società presentano un debito finanziario prossimo al fatturato: si tratta della Antinori (99,2%), che sconta tuttavia un eccezionale sforzo in termini di investimenti nei precedenti esercizi, e della cooperativa Mezzacorona (91,5%). Gli investimenti sono rilevanti per Masi (17,6% del fatturato), Banfi (14%) e Frescobaldi (11,1%). La competitività, misurata dal rapporto tra costo del lavoro e valore aggiunto, appare molto soddisfacente per le Cantine Turrini (16,9%), la Masi (26,2%) e la Botter (28,5%). Livelli meno favorevoli sono riferiti alla Cevico (81,7%), Schenk Italia (69,9%) e Giordano Vini (69,4%). Le tre aziende meglio posizionate sono risultate, in ordine decrescente: Botter, Cantine Turrini e Masi. La graduatoria è chiusa, sempre in ordine decrescente, da Mezzacorona, Giordano Vini, e La Vis.
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Il maggiore sviluppo delle vendite nel periodo 2009-2013 è appannaggio della Cantine Turrini di Riolo Terme (+110,2%), seguita dalla cooperativa Cevico di Lugo (+84,6%) - entrambe, dunque, della provincia di Ravenna - e dalla Botter Di Fossalta di Piave, Venezia (+84,2%). Solo due imprese hanno subito nel periodo una flessione del giro di affari: la cooperativa La Vis di Lavis, Trento (-14,7%) e la Giordano Vini di Diano D'Alba, Cuneo (-10,7%). I margini (Margine operativo netto "Mon"/valore aggiunto), la redditività del capitale investito (roi) e quella netta (roe) collocano la Botter e la Cantine Turrini nelle posizioni di testa. Giordano Vini e La Vis hanno segnato nel 2013 una redditività netta negativa. La struttura finanziaria più solida, sempre secondo l'indagine Mediobanca, è della Banfi che ha debiti finanziari pari al 18,3% dei mezzi propri, seguita dalla Frescobaldi (20,9%) e dal Gruppo Cevico (24,7%). E' particolarmente elevato l'indebitamento della cooperativa La Vis (18 volte il rapporto), della Giordano Vini (487%) e della Cantine Brusa (372%). Solo due società presentano un debito finanziario prossimo al fatturato: si tratta della Antinori (99,2%), che sconta tuttavia un eccezionale sforzo in termini di investimenti nei precedenti esercizi, e della cooperativa Mezzacorona (91,5%). Gli investimenti sono rilevanti per Masi (17,6% del fatturato), Banfi (14%) e Frescobaldi (11,1%). La competitività, misurata dal rapporto tra costo del lavoro e valore aggiunto, appare molto soddisfacente per le Cantine Turrini (16,9%), la Masi (26,2%) e la Botter (28,5%). Livelli meno favorevoli sono riferiti alla Cevico (81,7%), Schenk Italia (69,9%) e Giordano Vini (69,4%). Le tre aziende meglio posizionate sono risultate, in ordine decrescente: Botter, Cantine Turrini e Masi. La graduatoria è chiusa, sempre in ordine decrescente, da Mezzacorona, Giordano Vini, e La Vis.

L'ASSETTO PROPRIETARIO
Al controllo familiare è riconducibile il 53,9% del patrimonio netto complessivo dell'aggregato oggetto dello studio Mediobanca. Tale quota si ripartisce tra controllo esercitato in modo diretto da persone fisiche (33,9%) e tramite persone giuridiche (20%). Ove si assimilino alla forma familiare le cooperative, le quali raccolgono circa 33.400 soci, si aggiunge un'ulteriore quota del 22,8% che porta il totale del patrimonio netto familiare al 76,7%. Il restante 23,3% dei mezzi propri è riferibile per il 14,1% a investitori finanziari (ed altre tipologie residuali) e per il 9,2% a società straniere. In termini assoluti, alle famiglie in senso stretto sono riconducibili mezzi propri per 1,74 miliardi di euro (1,1 miliardi in capo a persone fisiche e 0,64 miliardi a persone giuridiche), 16 alle coop per circa 0,74 miliardi di euro. I soci esteri detengono un portafoglio con valore di libro pari a 0,3 miliardi di euro. I principali soci finanziari sono così assortiti: banche ed assicurazioni con 347 milioni di euro, fondi con 38 milioni, fondazioni e trust rispettivamente con 28 e 33 milioni, fiduciarie con 11 milioni. Il rapporto con i mercati finanziari è tradizionalmente trascurabile in Italia. Solo quattro delle società considerate sono interessate alla Borsa, ma in modo indiretto, attraverso la quotazione della società controllante, che in un solo caso assume lo status di socio industriale (Davide Campari) e nei restanti quello di investitore finanziario (si tratta dei gruppi assicurativi Allianz, Generali e UnipolSai). Le banche, dopo il 17 disimpegno del Monte dei Paschi di Siena, sono assenti. Ma dal 29 gennaio 2015 è quotata all'Aim la Italian Wine Brands, controllante la Giordano Vini.
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Morellino di Scansano Docg 2014 La Mora, Cecchi
E' una delle aziende toscane più attive nella grande distribuzione organizzata italiana. Sotto la lente di ingrandimento di vinialsupermercato.it finisce oggi il Morellino di Scansano Docg 2014 La Mora della Casa Vinicola Luigi Cecchi e Figli Srl, con base a Castellina in Chianti, in provincia di Siena. Nel calice, il vino si presenta di un rosso rubino intenso con riflessi violacei. Anche al naso risulta intenso, mediamente fine, e di complessità sottile, tutta giocata sui tipici sentori di frutti rossi del vitigno: lampone, ribes, fragolina di bosco. Anche il palato risulta così fruttato, oltre che di corpo, caldo, di piacevole avvolgenza, fresco e sapido. Ottimale la presenza di tannini, che contribuisce a un quadro di totale equilibrio della beva. Sufficiente anche la persistenza. Il Morellino La Mora Cecchi è un vino a tutto pasto, che offre il meglio di sé abbinato alle carni rosse. La temperatura di servizio ideale va dai 16 ai 18 gradi.
LA VINIFICAZIONE
La zona di produzione, come prevede il disciplinare della Docg Morellino di Scansano, è quella della Maremma Toscana. In occasione della vendemmia 2014 sono state prodotte dalla Casa Vinicola Luigi Cecchi 900 mila bottiglie. L'uvaggio prevalente è il Sangiovese (90%), cui vengono addizionati altri vitigni a bacca nera il cui allevamento è consentito nella Regione Toscana. L'altitudine media dei vigneti è di 150 metri sul livello del mare. Le piante affondano le radici in un terreno ricco di arenarie quarzose feldspatiche a cemento prevalentemente siliceo. La resa per ettaro è di 80 quintali, per una densità di impianto di 5 mila ceppi, allevati a cordone speronato. La vinificazione avviene in maniera tradizionale in rosso, a temperatura controllata. La temperatura di fermentazione è di 28 gradi e si protrae per circa 18 giorni, compresa la macerazione. Il Morellino di Scansano Docg 2014 La Mora della Casa Vinicola Luigi Cecchi e Figli affina poi in vasche d'acciaio. E, in seguito, per un minimo di 2 mesi in bottiglia, prima della commercializzazione. La storia di questa azienda vitivinicola toscana inizia nel 1893, quando Luigi Cecchi diventa assaggiatore professionista di vino. Il mestiere del "palatista", diffuso in Europa, era ancora sconosciuto in Italia, ma Luigi comprese come le potenzialità della viticoltura italiana fossero in grado di raggiungere i vertici dell’enologia mondiale qualora si fosse saputo riconoscere le qualità dei vini prodotti. Nei primi del Novecento si affiancò a Luigi il figlio Cesare. Insieme dettero vita alla prima commercializzazione di vino targata Cecchi, che già all'epoca si affacciava con decisione verso i mercati internazionali. Oggi sono Cesare e Andrea Cecchi a guidare l'azienda.
LA VINIFICAZIONE
La zona di produzione, come prevede il disciplinare della Docg Morellino di Scansano, è quella della Maremma Toscana. In occasione della vendemmia 2014 sono state prodotte dalla Casa Vinicola Luigi Cecchi 900 mila bottiglie. L'uvaggio prevalente è il Sangiovese (90%), cui vengono addizionati altri vitigni a bacca nera il cui allevamento è consentito nella Regione Toscana. L'altitudine media dei vigneti è di 150 metri sul livello del mare. Le piante affondano le radici in un terreno ricco di arenarie quarzose feldspatiche a cemento prevalentemente siliceo. La resa per ettaro è di 80 quintali, per una densità di impianto di 5 mila ceppi, allevati a cordone speronato. La vinificazione avviene in maniera tradizionale in rosso, a temperatura controllata. La temperatura di fermentazione è di 28 gradi e si protrae per circa 18 giorni, compresa la macerazione. Il Morellino di Scansano Docg 2014 La Mora della Casa Vinicola Luigi Cecchi e Figli affina poi in vasche d'acciaio. E, in seguito, per un minimo di 2 mesi in bottiglia, prima della commercializzazione. La storia di questa azienda vitivinicola toscana inizia nel 1893, quando Luigi Cecchi diventa assaggiatore professionista di vino. Il mestiere del "palatista", diffuso in Europa, era ancora sconosciuto in Italia, ma Luigi comprese come le potenzialità della viticoltura italiana fossero in grado di raggiungere i vertici dell’enologia mondiale qualora si fosse saputo riconoscere le qualità dei vini prodotti. Nei primi del Novecento si affiancò a Luigi il figlio Cesare. Insieme dettero vita alla prima commercializzazione di vino targata Cecchi, che già all'epoca si affacciava con decisione verso i mercati internazionali. Oggi sono Cesare e Andrea Cecchi a guidare l'azienda.
Prezzo pieno: 6,50
Acquistato presso: Il Gigante
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Il Vermentino di Gallura ammalia i giornalisti al ''Press International Day''
Si è svolto negli scorsi giorni in Sardegna un tour enologico organizzato dall’associazione ''Young Sardinia'' di Cagliari con lo scopo di far conoscere il territorio e i vini sardi. Tra gli ospiti, due giornalisti di fama mondiale, esperti di vino: l’olandese Paul Balke e l’inglese Andrew Jefford, prestigiosa firma di Decanter. I due giornalisti sono partiti da Cagliari il 29 marzo per raggiungere le zone dell’Isola in cui sono coltivati vitigni autoctoni quali: Carignano, Cannonau, Vermentino di Gallura Docg, Cagnulari. Tra le tappe del tour la Gallura dove i giornalisti hanno assaggiato il Cannonau in purezza Fòla e i vermentini, Maìa e Spèra, pluripremiati vini delle Cantine Siddùra di Massimo Ruggero. ''Sono un grande fan del Vermentino, la quintessenza dei vini mediterranei, ma non conoscevo il Vermentino di Gallura. Ho apprezzato il gusto fruttato, dal quale si coglie la vicinanza al mare e la mineralità derivante dai terreni granitici, caratteristiche che lo rendono unico nel Mediterraneo. Vivo nel sud della Francia, rispetto ai nostri vini é molto strutturato, con una presenza tannica molto accentuata, tipica delle vigne coltivate in altura'' ha commentato Andrew Jefford. ''Il Vermentino della Sardegna è un vino fresco, intenso e fruttato, caratteristiche date dal clima e dalle vigne che vengono allevate sopra i 300 metri sul livello del mare, chi arriva dall’Inghilterra come dalla Germania o dall’Olanda e compra una bottiglia di vino sardo, lo fa sulla base delle emozioni: se non conosce la Sardegna e il suo territorio non comprerà mai i suoi vini'' ha detto invece Paul Balke. Dino Dini, enologo della Cantina Siddùra di Luogosanto ha sottolineato invece ''I nostri vini cento per cento in purezza raccontano con i loro profumi la storia del territorio da cui provengono. L’altitudine, il microclima e i terreni granitici esaltano il carattere minerale e la sapidità dei nostri vini, confermando il loro forte legame con il territorio di origine''.
(foto laprovinciadelsulcis)
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Export vino piemontese in calo: ''meno prosecco più bolle locali'' il monito di Ferrero
Il 2015 ha registrato un calo del 5% nelle esportazioni di vino piemontese per un fatturalo di 965 milioni di euro. Il calo è dovuto, in gran parte, al crollo di fatturato dell’Asti spumante. ''Abbiamo perso quasi il 40 per cento a causa dell’embargo sul mercato russo'' ha fatto notare il presidente del consorzio per la tutela dell'AstiGiorgio Bosticco. '' Il vino non subisce il blocco dell’export, ma i nostri produttori non ne vendono più, perché hanno paura di non essere pagati a causa della crisi economica che l’embargo sta provocando. Per le bollicine dolci anche il mercato interno non brilla, va ripensata la comunicazione di questo vino. Bisogna insegnare agli italiani ad apprezzarne le caratteristiche e gli usi, tipicamente la domenica, in famiglia, con gli amici, a fine pasto con il dolce e con la frutta'' ha aggiunto Bosticco. L’assessore regionale all’Agricoltura, Giorgio Ferrero , proprio sul tema delle bollicine, ha lanciato un appello a commercianti e gestori di bar: ''Servite qualche bolla piemontese, invece di offrire ai clienti sempre e solo Prosecco. I nostri spumanti sono migliori''. Nei prossimi giorni l’assessore incontrerà Maria Luisa Coppa, presidente di Ascom Piemonte, per chiedere alle attività commerciali uno sforzo di promozione dei vini locali, soprattutto quelli che subiscono la maggiore concorrenza. ''Facciamo sinergia, per evitare che, in otto casi su dieci, chi chiede un bicchiere di vino nei locali delle nostre città ne riceva uno che con il Piemonte ha niente a che fare'' ha sollecitato Ferrero. Nonostante la battuta d'arresto il Piemonte continua comunque a rappresentare il 18% del vino esportato. Nel dettaglio: 54 milioni di bottiglie di Asti spumante, 29 milioni di Moscato, 22 di Barbera, 13 di Barolo e 4,5 di Barbaresco.
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Vinitaly, nuova cuvèe Merlot-Cabernet: Hans Terzer pronto a stupire
Proseguono le scommesse del winemaker d'eccellenza della cantina San Michele Appiano, Hans Terzer. Dopo la creazione nel corso del 2014 di De Piano Alto Adige Merlot Cabernet 2011, nel 2015 di Appius 2010 proveniente da vigneti storici, e di Appius 2011 che sarà presentato al 50° Vinitaly di quest'anno, Terzer è pronto alla creazione di una nuova cuvèe Merlot-Cabernet 2013. Il blend in stile bordolese sarà presentato entro la fine di quest'anno. Intanto Terzer fa il punto sull'annata 2015, con tanto sole e caldo, che ha regalato alla cantina San Michele-Appiano vini rossi di grande struttura, dal colore intenso e profumo spiccato. Anche i vini bianchi come Schulthauser, Pinot Grigio e Sauvignon Sanct Valentin ne hanno giovato in profumo e struttura. "Le temperature alte che hanno caratterizzato tutto l'anno fino alla vendemmia - spiega Terzer - ci hanno regalato uve sane e molto mature, pronte per la produzione di vini bianchi e rossi importanti. Sono convinto che i vini della cantina San Michele-Appiano miglioreranno ulteriormente. Abbiamo tanti vigneti ancora giovani che, man mano che invecchieranno, ci regaleranno grande qualità".
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Chiamparino: "A Torino una casa promozionale del vino"
Una 'casa' promozionale del vino, con sede a Torino, e un coordinamento regionale degli eventi piemontesi del vino. E' l'idea lanciata da Sergio Chiamparino, presidente della Regione Piemonte e dell'Arev, l'associazione che rappresenta le 75 regioni viticole europee, in occasione del debutto delle nuove etichette di 'Piemonte Barbera, tradizione che si rinnova'. Un progetto della Cia di Asti in collaborazione con la cantina di Vinchio e il Consorzio della Barbera all'Enoteca regionale di Nizza Monferrato (Asti). "Stiamo pensando - ha spiegato Chiamparino - a una nuova rete strutturata dei numerosi eventi piemontesi legati al vino". Chiamparino è stato il testimonial del "rilancio della denominazione, che ha bisogno di una nuova identità" ha aggiunto l'assessore all'Agricoltura della Regione Piemonte, Giorgio Ferrero. "Su 45mila ettari di vigneto in Piemonte - ha precisato il presidente del Consorzio della Barbera, Filippo Mobrici - 12mila sono coltivati a Barbera e da questi vengono prodotte circa 20 milioni di bottiglie, metà delle quali vengono esportate". "Con la nuova etichetta Piemonte Barbera da oggi in commercio - ha concluso il presidente della Cia di Asti, Alessandro Durando - abbiamo voluto dare un giusto prezzo al prodotto e al lavoro dei produttori". (foto Ansa)
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E' di Salerno il "vino della Dieta Mediterranea - Elisir di lunga vita"
Nasce il "vino della Dieta Mediterranea": a produrlo sarà il Comune di Pollica-Acciaroli in collaborazione con una azienda vitivinicola campana. Ad annunciarlo è stato il sindaco di Pollica (Salerno), Stefano Pisani. "Il vigneto - spiega il primo cittadino - dovrebbe sorgere sulla collina di Pollica, in località Serre di Mulino a Vento, in un'area di 21 ettari acquistata all'asta nei giorni scorsi dal Comune. Sarà il primo passo per la nascita de "I giardini del Mediterraneo", un parco tematico dedicato alla preservazione della biodiversità e allo stile di vita mediterraneo". Nei prossimi giorni, il piccolo Comune cilentano, patria della Dieta mediterranea, presenterà tutte le richieste necessarie per l’autorizzazione ad installare nell'area il vigneto per l’avvio della produzione del "Vino della Dieta Mediterranea - Elisir di lunga vita", per la quale si avvarrà della collaborazione di una della maggiori aziende vitivinicole campane. (foto: Ansa)
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Il Consorzio Tutela Vini Piceni in scena al Vinitaly tra Pecorino e Passerina

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Vino al supermercato, a Milano la rivoluzione Carrefour Market Gourmet: mille etichette in 80 metri quadrati di "enoteca"
Dimenticatevi i vini in brik, le dame da 5 litri e i bottiglioni di bianco o rosso, sulla tavola del nonno. Cliccate "reset", insomma, sulla vostra idea di vino al supermercato. Acquistarlo, d'ora in avanti, potrà diventare sempre più un'esperienza multisensoriale. Da "bottega". Anzi, da "enoteca". E non è un'eresia. Si tratta piuttosto dell'obiettivo del nuovo "format" di supermercati Carrefour. I "Market Gourmet". In viale Bezzi, a Milano, è stato inaugurato il 22 marzo scorso il supermercato ribattezzato "Re dei Gourmet" Carrefour. Un luogo dove fare la spesa diventa un viaggio tra diversi "mondi". A proposito, non chiamateli più "reparti". Dai banchi tradizionali dei freschi, passando all'orto verticale, dal quale è possibile scegliere la propria piantina di basilico, sino ai vini. Tutto è spettacolo. E per comprendere la trama dello show, noi di vinialsupermercato.it ci siamo fatti accompagnare da due padroni di casa d'eccezione: Gianmaria Polti, responsabile Beverage del gruppo Carrefour, e Paolo Colombo, category Vini, Spumanti e Champagne dell'insegna francese. L'innovativo "scenario"è racchiuso nei 3.200 metri quadrati di una struttura ex Billa (gruppo Rewe) acquisita 2 anni fa da Carrefour, in una zona del capoluogo lombardo scelta per il reddito medio-alto dei residenti, oltre a un'anagrafica che premia una cospicua presenza giovanile. Al primo piano (il piano terra) la parte più "cool", ovvero quella dei freschi (ortofrutta, macelleria, pescheria, salumeria), il banco del sushi e quello del food asiatico. Al piano -1 la Grocery, con i mondi meno "caldi" dello "Scatolame" e affini, cui dà il benvenuto uno splendido reparto vini e birre. "Il mondo del vino - spiega Gianmaria Polti - è legato profondamente all'idea di benessere e di qualità dell'alimentazione. Non potevamo dunque trascurare questo segmento, a cui abbiamo dato anzi tutto lo spazio che merita, in un'ottica di esperienza gourmet". Immaginate dunque una sorta di trilocale di 80 metri quadrati. Con scaffali finemente rifiniti, disposti sui perimetri. E delle isole centrali, costituite da altre scaffalature eleganti, su cui sono riposti ordinatamente i "mondi" del Franciacorta, dello Champagne, dei vini dal mondo e dell'alta gamma. Ma il vero fulcro della cantina del Market Gourmet Carrefour di viale Bezzi è l'area dedicata alle degustazioni, che ospita con cadenza mensile un sommelier. In un angolo, addirittura, un'apparecchiatura in grado di raffreddare il vino prescelto in pochi minuti. Magari un bianco fermo. O un buona bollicina. Pronta al consumo senza passare dal frigo di casa, una volta terminata la spesa. Take it cold, take it easy.
I NUMERI
Circa mille le etichette presenti in questa particolare cantina. "Sono suddivise per regioni - spiega Gianmaria Polti - in maniera verticale. Si va dal nord al sud Italia, lungo il perimetro della cantina, da destra verso sinistra per i vini rossi. Poi iniziano rosati e bianchi, senza dimenticare i grandi formati e i brik, che abbiamo deciso di collocare sul fondo, non dimenticandoci di quei clienti che, anche in negozi come questo, sono alla ricerca del basso prezzo. Una parte che tuttavia abbiamo molto ristretto rispetto agli standard degli altri negozi della catena, basandoci anche sugli ultimi trend di questo segmento di mercato, che evidenzia una battuta d'arresto". Salta all'occhio, in particolare, l'importanza che Carrefour ha voluto dare invece alle bollicine. E non solo a quelle francesi, che vanno da un minimo di 20 a un massimo di 200 euro. Grande spazio è stato infatti riservato al Metodo Classico italiano. Con la Franciacorta che si vede assegnata addirittura più facing di quelli necessari per alcune referenze. Anche in considerazione delle migliori previsioni di rotazione. "Crediamo molto nell'analisi dei trend di mercato - evidenzia ancora Polti - ma nel Franciacorta riponiamo grande fiducia per il futuro. E per questo sovraesponiamo il segmento, cercando col nostro credo di differenziarci da altri modelli di display, che sembrano tutti clonati. La revisione dei display avviene annualmente e, statisticamente, prevede la movimentazione di un 10% dell'assortimento. Qui in viale Bezzi è ancora troppo presto per tirare delle conclusioni a riguardo, ma sicuramente abbiamo intenzione di restare coerenti con le nostre convinzioni e previsioni". A guidare il cliente nell'acquisto, una chiara "segnaletica" collocata sulle singole scaffalature, a indicare la suddivisione dei prodotti reperibili. A fare chiarezza, inoltre, delle targhette che fungono da grillo parlante, sotto le singole bottiglie: provenienza e uvaggio utilizzato, temperatura di servizio, abbinamenti culinari. Un surrogato del sommelier in "corsia", la cui presenza - per ora - non è assicurata quotidianamente. "Per ora la cadenza delle degustazioni con presenza del sommelier è mensile - spiega Gianmaria Polti - ma la presenza costante e significativa di un sommelier nelle nostre cantine è un obiettivo che ci siamo prefissati per il futuro. Mi aspetto che questo si realizzi già nei prossimi anni. La presenza di un professionista del settore potrebbe da un lato essere utile alla clientela e, dall'altro, costituire indubbiamente un veicolo di redditività dei nostri spazi enoteca". Il sommelier in corsia, inoltre, garantirebbe un presidio costante delle scaffalature, gestendo ordini e rotazioni delle annate. "Anche se - precisa Polti - il nostro input è quello di lavorare con poca scorta di magazzino, al di là dei prodotti in promozione per i quali non possiamo accettare rotture di stock. L'aspetto delle rotazioni, dunque, sarebbe importante ma marginale rispetto al resto delle peculiarità e dei vantaggi che potrebbe offrire la presenza continuativa di un professionista del vino".
QUALITA' AL SUPERMERCATO
Se la parola d'ordine qui è "gourmet", anche il vino ne trae i suoi benefici. "Abbiamo fatto grandi passi avanti in termini di innalzamento del livello della qualità del vino in vendita al supermercato. I numeri - sostiene ancora il responsabile Beverage del gruppo Carrefour - parlano chiaro e ci regalano grandi soddisfazioni. Basti pensare che ristrutturando un punto vendita come questo abbiamo riscontrato un incremento a doppia cifra su categorie come il vino, ma anche sulle birre, altro mondo che in Italia è in grande evoluzione, con le speciali e le artigianali che stanno conquistando nuovi margini di mercato, fungendo tra l'altro da traino e da volano per la vendita dello stesso vino. Un trend positivo in tutta la catena, che si evidenzia anche in punti vendita come Carugate". Carrefour, vissuto in Italia come sinonimo di 'ipermercati', 'prezzi bassi', 'vendite a grandi volumi', assiste oggi invece a un fenomeno in controtendenza. "Veniamo avvicinati in maniera sempre più significativa anche da piccoli produttori - rivela Gianmaria Polti - e da produttori di vini di alta gamma. Come mai? E' ovvio: in molti si sono accorti che Carrefour non ha solamente interesse a fare volumi di vendita, ma anche a proporre nuovi modelli come questo di viale Bezzi, che permettono di non impoverire l'immagine del prodotto, bensì di valorizzarlo, fungendo da vetrina per l'eccellenza enogastronomica". In un Carrefour Gourmet come quello di viale Bezzi, tra l'altro, la spinta delle promozioni è meno invadente, per l'assenza di una vera e propria corsia riservata ai prodotti scontati. "Tutto ciò in favore della vendita del continuativo sul lineare", spiega Polti. "E anche questo ci aiuta nell'upgrade qualitativo, aumentando la marginalità e rendendo l'impatto delle promozioni molto meno invasivo". Carrefour sta cercando piuttosto di spingere all'estremo il cross-merchandising, proponendo direttamente sul lineare (e non come di consueto su stand ed espositori fuori banco) la vendita 'abbinata', sfruttando la complementarietà dei prodotti appartenenti a famiglie diverse. Si può così notare la presenza, nella parte riservata agli aperitivi, di diverse etichette di Prosecco e di altre bollicine. Così come viene sfruttata la mixability delle acque toniche tra gli alcolici. L'aperitivo servito nel carrello, insomma. Senza girare per mille corsie.
L'ASSORTIMENTO
Particolare attenzione è stata inoltre riservata a un'altra nicchia in forte crescita in Italia, anche nel mondo della grande distribuzione organizzata: il segmento del biologico e del vegano. "Sono circa 30 le etichette - spiega il category Paolo Colombo - cui è stata dedicata una testata ad hoc. Inoltre, i singoli prodotti vengono ripresi sul lineare, inseriti in base alle regioni di provenienza e alla tipologia di vino. Va ricordato, peraltro, che questi vini non sono affatto diversi da quelli 'convenzionali', se non per alcune tecniche di vinificazione e allevamento in vigna, e sono dunque adatti al consumo da parte di clienti che non sono vegani o che non consumano necessariamente cibi biologici. Sono vini buoni, abbinabili dunque anche a pietanze non vegane". Vini le cui vendite sono in forte ascesa, se si considera che lo scorso anno hanno fatto registrare un aumento del 20%, portando da soli nelle casse del gruppo Carrefour, complessivamente, 250 mila euro. "Abbiamo anche organizzato qualche degustazione con questi prodotti - aggiunge Colombo - con ottimi risultati". Tra le bottiglie consigliate dal category, nel rapporto qualità-prezzo inferiore ai 20 euro, ci sono diverse bollicine: "Ottimo il Prosecco Col Vetoraz - suggerisce Colombo, che tra l'altro è sommelier - ma anche il Prosecco di Nino Franco. Nomi importanti. Il trend è assolutamente positivo sui vini bianchi e in particolare quelli del Trentino Alto Adige come il Gewurztraminer, che hanno una fascia prezzo medio alta, a partire dai 9 euro. Sta crescendo molto anche il Lugana: ottimo quello di un piccolo produttore, Bottarelli. Tra i rossi ruota moltissimo la Toscana, dove abbiamo una serie di etichette molto interessanti sul Chianti Classico". Per il vitigno più sottovalutato interviene il responsabile Beverage, Gianmaria Polti: "Dal mio punto di vista è il Nebbiolo d'Alba o delle Langhe - dichiara - ottenuto da un vitigno che spesso conosciamo solo per il Barolo e il Barbaresco, ma che può tuttavia dare grandi soddisfazioni anche in queste versioni". Tra le Doc e Docg più in difficoltà, Polti cita l'Oltrepò Pavese: "E' un po' problematico - sottolinea - quindi in questo momento non gli assegneremo certo nuovo spazio". "Sta perdendo negli ultimi anni anche a causa degli scandali che hanno investito alcuni produttori - aggiunge il category Colombo - e che hanno portato un po' di cattiva pubblicità a quell'area. In controtendenza, invece, i vini bianchi abruzzesi e marchigiani, che stanno venendo fuori molto bene. Stabile, invece, la Campania". Consigli davvero utili, specie in un reparto dove è facile - per un amante del buon vino - perdersi per ore.
![L'ingresso del Carrefour Market Gourmet di viale Bezzi a Milano L'ingresso del Carrefour Market Gourmet di viale Bezzi a Milano]()
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Vermentino di Gallura Docg 2014 Lughena, Cantina del Giogantinu
Direttamente dalla Cantina sociale del Giogantinu di Berchidda, zona Nord della Sardegna, ecco il Vermentino di Gallura Docg Lughena. Di colore giallo paglierino con riflessi verdolini, risulta scorrevole nel calice, dove appare limpido e trasparente. Al naso è intenso e gradevole, anche se di complessità sottile: spazia dai tipici sentori di macchia mediterranea alla frutta fresca, come la pesca e gli agrumi. Tutti descrittori che ritroviamo in un palato - questo sì - complesso, che ricorda anche spezie come la noce moscata. E che, nel finale, tende a chiudersi verso l'amarognolo tipico del vitigno. In bocca il Vermentino Lughena Giogantinu risulta caldo, di corpo, rotondo, secco anche se ammiccante. La buona vena acida si bilancia con una sapidità decisa. Intenso anche il retro olfattivo, mediamente fine e sufficientemente persistente. Buono come aperitivo, questo Vermentino della Sardegna del Nord si abbina con qualsiasi piatto a base di pesce, oltre a offrire il meglio di sé con piatti a base di crostacei, carni bianche, verdure, funghi e formaggi di media stagionatura. Va servito a una temperatura di 8-10 gradi.
LA VINIFICAZIONE
Le uve, dopo la diraspatura, vengono pressate in modo soffice. Il mosto ottenuto viene raffreddato e illimpidito per sedimentazione naturale, grazia appunto alle basse temperature, e posto a fermentare a temperatura controllata. Terminata la fermentazione, dopo un leggero travaso, ancora ricco di attività biologica, il vino viene messo a maturare in vasche di cemento e conservato sino all'imbottigliamento, seguendo un rigoroso controllo della temperatura. Le vigne della Cantina Giogantinu da cui prende vita il Vermentino di Gallura Docg Lughena affondano le radici in terreni di tipo sabbioso a disfacimento granitico. L'azienda può contare sull'apporto di 250 viticoltori operanti sul territorio di Berchidda e Oschiri, in provincia di Olbia Tempio.
Prezzo pieno: 6,90
Acquistato presso: Esselunga
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Emirates Airline: welcome on board solo con vini top per clienti d'elite
Emirates Airline ha allestito una cantina vini di tutto rispetto per coccolare i suoi passeggeri. Negli ultimi dieci anni, la compagnia ha speso oltre 690 milioni di dollari in vini da invecchiamento, da bere tra una decina d'anni, per alimentare una cantina
di 2,2 milioni di vini top. Bottiglie acquistate direttamente dai produttori anche in anteprima. Nel 2015 un ordine di 13 milioni di bottiglie per un valore di 140 milioni di dollari, raddoppiando l’investimento rispetto agli anni precedenti. Stock quasi del tutto a copertura del consumo dei passeggeri che, solo nel 2015 hanno consumato 11,4 milioni di bottiglie di vino di cui 10 milioni servite solo in Economy class. ''Nel corso degli anni abbiamo costruito un programma che, grazie alla pianificazione e investimenti a lungo termine, ha garantito acquisti da vigneti esclusivi nel mondo, e siamo fieri del fatto che le nostre liste dei vini sono comparabili a quelle che si potrebbero trovare in un ristorante esclusivo e gourmet'' ha dichiarato Tim Clark , presidente di Emirates Airline. I vini acquistati provengono soprattutto dalla Francia: la metà degli acquisti di vino per prima classe e per la business (pari a 1,8 milioni di bottiglie) sono volate direttamente dalla regione di Bordeaux. Tra i nuovi inserimenti nella carta dei vini targata Emirates, anche dei bianchi, tra cui annate vintage dell’esclusivo La Clarté de Haut-Brion. Attualmente la compagnia gestisce quotidianamente, su un volo medio, circa 70 tipi di champagne, vini e Porto, un lavoro difficoltoso dal punto di vista logistico a servizio dei consumatori che ad ogni viaggio possono aspettarsi sempre qualcosa di nuovo. Iniziativa alla quale rispondono molto positivamente, secondo Tim Clark. Per la Borgogna, invece, sono state messe a dimora in cantina solo 2000 casse di vini, pari al 10% della produzione totale della regione e per l’Italia, come al solito, la Toscana fa da padrona: per i facoltosi utenti First Class del Solaia e Ornellaia, mentre per gli abbienti della Business, appena pronto da bere ci sarà l'immancabile Tignanello.
di 2,2 milioni di vini top. Bottiglie acquistate direttamente dai produttori anche in anteprima. Nel 2015 un ordine di 13 milioni di bottiglie per un valore di 140 milioni di dollari, raddoppiando l’investimento rispetto agli anni precedenti. Stock quasi del tutto a copertura del consumo dei passeggeri che, solo nel 2015 hanno consumato 11,4 milioni di bottiglie di vino di cui 10 milioni servite solo in Economy class. ''Nel corso degli anni abbiamo costruito un programma che, grazie alla pianificazione e investimenti a lungo termine, ha garantito acquisti da vigneti esclusivi nel mondo, e siamo fieri del fatto che le nostre liste dei vini sono comparabili a quelle che si potrebbero trovare in un ristorante esclusivo e gourmet'' ha dichiarato Tim Clark , presidente di Emirates Airline. I vini acquistati provengono soprattutto dalla Francia: la metà degli acquisti di vino per prima classe e per la business (pari a 1,8 milioni di bottiglie) sono volate direttamente dalla regione di Bordeaux. Tra i nuovi inserimenti nella carta dei vini targata Emirates, anche dei bianchi, tra cui annate vintage dell’esclusivo La Clarté de Haut-Brion. Attualmente la compagnia gestisce quotidianamente, su un volo medio, circa 70 tipi di champagne, vini e Porto, un lavoro difficoltoso dal punto di vista logistico a servizio dei consumatori che ad ogni viaggio possono aspettarsi sempre qualcosa di nuovo. Iniziativa alla quale rispondono molto positivamente, secondo Tim Clark. Per la Borgogna, invece, sono state messe a dimora in cantina solo 2000 casse di vini, pari al 10% della produzione totale della regione e per l’Italia, come al solito, la Toscana fa da padrona: per i facoltosi utenti First Class del Solaia e Ornellaia, mentre per gli abbienti della Business, appena pronto da bere ci sarà l'immancabile Tignanello.
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Franciacorta in assetto "da guerra" per il Vinitaly
Franciacorta si prepara a sbarcare alla 50esima edizione di Vinitaly, il Salone Internazionale del vino che si terrà a Verona dal 10 al 13 Aprile, con un’area dedicata di circa 1.500 mq all’interno del Padiglione Lombardia, al secondo piano del PalaExpo. Una partecipazione sempre più di rilievo con la presenza di 64 aziende, unite come sempre da quell’impegno che ha consentito al Franciacorta di affermarsi come denominazione emblematica di un territorio e di un vino di qualità e dalla spiccata personalità e che offriranno ''l’esperienza'' Franciacorta ai numerosi operatori italiani e stranieri che visiteranno la fiera. Anche quest’anno saranno numerose le attività per promuovere la Franciacorta e il suo territorio a Vinitaly, anche grazie al nuovo spazio dedicato alle strade del vino lombardo dove si potranno organizzare degustazioni e presentazioni. L'imprenditore Vittorio Moretti, patron di Bellavista e Contadi Castaldi, nonché Presidente del Consorzio ha dichiarato ''Il turismo enologico è il futuro per ogni denominazione''. Infatti proprio in quest’area esclusiva, sarà presentato il Festival Franciacorta d’Estate, uno degli eventi più importanti sul territorio franciacortino che ha come obiettivo di coinvolgere appassionati e curiosi per un weekend fuori porta, all’insegna di visite in cantina, itinerari in bicicletta e cene suggestive con gli chef del territorio. Giugno sarà un mese ricco di iniziative anche per la presenza della grande opera ''The Floating Piers'' sul Lago d’Iseo del noto artista Christo. Franciacorta infatti sta preparando un ricco programma di eventi per accogliere tutti i turisti che in quel periodo visiteranno il territorio. Durante la manifestazione sarà inoltre possibile vedere il nuovo film ''F for Franciacorta'', un cortometraggio di 20 minuti che rende omaggio al Franciacorta e alla Franciacorta. |
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Vinitaly Wine Club: da oggi la sezione store sul colosso Amazon
Dopo l’apertura del grocery di luglio 2015, del servizio Prime Now, con consegne nel giro di poche ore su alcune piazze per alcune merceologie e del reparto fresco, partito a Gennaio 2016, Amazon ha lanciato oggi una nuova sezione dello store dedicata al vino. Il progetto è nato in occasione della 50a edizione del Vinitaly in partenza il 10 Aprile a Verona
in collaborazione con il Vinitaly Wine Club, l’e-commerce del vino italiano di Vinitaly. Nello store di Amazon sono disponibili oltre 500 cantine, 300 denominazioni, 700 vini di qualità che vanno ad arricchire l’offerta già presente di nuovi prodotti made in Italy, provenienti da tutte le regioni d’Italia, selezionati e venduti da Vinitaly Wine Club sul Marketplace di Amazon.it con consegna in 24/48 ore in tutta Italia. E' possibile ricercare il proprio vino utilizzando diversi criteri: aromi, abbinamenti, regioni di provenienza, tipologia (bianco, rosso, spumante, rosé o dolce), premi insigniti dalle maggiori guide enologiche italiane. Ma anche proposte di Vinitaly Wine Club, come i Grandi Vini Italiani, i migliori vini premiati sotto i 20 euro, i Prosecco di Conegliano Valdobbiadene, la Selezione Brunello di Montalcino DOCG, i Vini rossi Super Tuscan, i Vini rossi e bianchi sotto i 10 euro e molto altro.
in collaborazione con il Vinitaly Wine Club, l’e-commerce del vino italiano di Vinitaly. Nello store di Amazon sono disponibili oltre 500 cantine, 300 denominazioni, 700 vini di qualità che vanno ad arricchire l’offerta già presente di nuovi prodotti made in Italy, provenienti da tutte le regioni d’Italia, selezionati e venduti da Vinitaly Wine Club sul Marketplace di Amazon.it con consegna in 24/48 ore in tutta Italia. E' possibile ricercare il proprio vino utilizzando diversi criteri: aromi, abbinamenti, regioni di provenienza, tipologia (bianco, rosso, spumante, rosé o dolce), premi insigniti dalle maggiori guide enologiche italiane. Ma anche proposte di Vinitaly Wine Club, come i Grandi Vini Italiani, i migliori vini premiati sotto i 20 euro, i Prosecco di Conegliano Valdobbiadene, la Selezione Brunello di Montalcino DOCG, i Vini rossi Super Tuscan, i Vini rossi e bianchi sotto i 10 euro e molto altro.
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Sudtirol Alto Adige Lagrein Doc 2014 Cantine Produttori di Bolzano
Anche se per onestà intellettuale dobbiamo ammettere che la vendemmia 2014 è leggermente sotto le precedenti, ci sono certi prodotti che sono sempre una garanzia. Vini talmente piacevoli, che pur non essendo vini da meditazione, si aprono anche lontano dal pasto, magari mentre si cucina e si sorseggiano che è un piacere. Siamo tornati sullo scaffale dell' Alto Adige con un Sudtirol Alto Adige Lagrein Doc 2014 prodotto dalla Cantina Produttori di Bolzano. Non è la prima volta che ci imbattiamo in un loro vino, anche perché sono capillarmente distribuiti in gdo ed è veramente
facile trovarli. Il Sudtirol Alto Adige Lagrein Doc 2014, prodotto dalla Cantina Produttori di Bolzano nel calice si presenta di colore violaceo, limpido, molto intenso, poco trasparente, quasi impenetrabile. I famosi ''archetti'' sono abbastanza ravvicinati e scendono lentamente, segno di un vino di una certa densità. La gradazione è di 13% di alcol in volume, non poco, ma sopportabile. Al naso è intenso, ma semplice con sentori di ciliegia e mora e accenni di violetta che al palato si ripropongono tutti in un gusto succoso e morbido. Il tannino c'è, ma non invasivo, come generalmente accade nel Lagrein. La vena acida è piacevolmente fresca per un finale di una discreta persistenza che chiude sul frutto. Davvero un buon acquisto. Il Sudtirol Alto Adige Lagrein Doc è un vino che va servito giovane, alla temperatura di 16-18 gradi. Si abbina allo speck, il prodotto principe della regione, a piatti di salumi misti, carne rossa e selvaggina.
LA VINIFICAZIONE
facile trovarli. Il Sudtirol Alto Adige Lagrein Doc 2014, prodotto dalla Cantina Produttori di Bolzano nel calice si presenta di colore violaceo, limpido, molto intenso, poco trasparente, quasi impenetrabile. I famosi ''archetti'' sono abbastanza ravvicinati e scendono lentamente, segno di un vino di una certa densità. La gradazione è di 13% di alcol in volume, non poco, ma sopportabile. Al naso è intenso, ma semplice con sentori di ciliegia e mora e accenni di violetta che al palato si ripropongono tutti in un gusto succoso e morbido. Il tannino c'è, ma non invasivo, come generalmente accade nel Lagrein. La vena acida è piacevolmente fresca per un finale di una discreta persistenza che chiude sul frutto. Davvero un buon acquisto. Il Sudtirol Alto Adige Lagrein Doc è un vino che va servito giovane, alla temperatura di 16-18 gradi. Si abbina allo speck, il prodotto principe della regione, a piatti di salumi misti, carne rossa e selvaggina.
LA VINIFICAZIONE
Prodotto da uve Lagrein, vitigno tipico dell ́Alto Adige e della Cantina Produttori di Bolzano. Pur essendo coltivato su tutto il territorio del Trentino trova il suo habitat ideale proprio nella conca di Bolzano e nel quartiere di Gries dove si trovano i vigneti dai quali provengono le uve utilizzate. Le grandi escursioni termiche tra giorno e notte, i terreni alluvionali, sabbiosi e sciolti, danno vita a un vino complesso dai colori intensi e tipica freschezza. La vendemmia viene effettuata a metà ottobre anche perché è un vitigno a maturazione tardiva. La fermentazione ed anche la malolattica avvengono in acciaio, segue un breve periodo di affinamento in bottiglia prima della messa in commercio. Fondata nel 2001, molto legata alla tradizione, la Cantina Produttori di Bolzano produce vini di qualità e dal carattere regionale. 220 soci che praticano un'agricoltura moderna, legata al rispetto della natura.
Prezzo pieno: 6.90 euro
Acquistato presso: Bennet /Superdì,
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